Le spie venute dal fiordo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2014-12-15

Scoperta una centrale di spionaggio attiva nel centro di Oslo. Ora si cerca di capire chi gestisse i sofisticati sistemi di ascolto e per conto di chi

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Trovato un sofisticato sistema di ascolto delle comunicazioni via cellulare installato in prossimità del centro politico e finanziario di Oslo. La scoperta l’ha fatta il quotidiano norvegese Aftenposten. I vari punti di ascolto sono infatti localizzati in prossimità dell’ufficio del Primo ministro, del Ministero della difesa, del Parlamento e della Banca centrale norvegesi.
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LA SCOPERTA
A partire dal 10 ottobre fino al 21 novembre i reporter dell’Aftenposten hanno iniziato un’operazione di mappatura allo scopo di verificare l’esistenza di sistemi di sorveglianza in grado di captare e registrare le conversazioni tra telefoni cellulari. Nel corso delle investigazioni sono state analizzate le comunicazioni che transitavano attraverso il processore che gestisce i segnali radio di un particolare telefonino: il CryptoPhone, un telefono in grado di cifrare il contenuto del segnale e di monitorare “attività sospette”. Grazie a questo sistema sono state effettuate 50.000 misurazioni lungo la rete viaria di Oslo e nelle sue vicinanze. Come risultato delle indagini sono state individuate delle stazioni di ascolto che si comportano come normali ripetitori della rete per la telefonia mobile chiamati IMSI-catcher.

Sistema di intercettazione mobile per comunicazioni cellulari (fotne: WSJ.com)
Sistema di intercettazione mobile per comunicazioni cellulari (fotne: WSJ.com)

I FINTI RIPETITORI
Le finte torri di trasmissione sono dei dispositivi delle dimensioni di un computer che teoricamente sono in grado di spiare le conversazioni di migliaia di cittadini si Oslo. Gli IMSI-catcher “fingono” di essere un ripetitore legittimo per “convincere” il processore baseband del cellulare a far transitare le comunicazioni attraverso l’IMSI-catcher invece che tramite il riptetore vero. Per agganciare un dispositivo mobile “offre” un segnale più forte o più stabile. Una volta che le comunicazioni iniziano a passare attraverso il finto ripetitore chi ha messo in piedi il sistema è in grado di mettere in ascolto ed iniziare la raccolta dei dati. Le apparecchiature necessaria per mettere in piedi una finta cella possono costare tra i 2.000 e i 2 milioni di dollari. Questo genere di armamentario per lo spionaggio non può essere (legalmente) venduto a singoli individui e secondo un esperto intervistato dall’Aftenposten solo organizzazioni molto ben organizzate e strutturate sono in grado di gestire l’apparato necessario a gestire un sistema di ascolto del genere.
Schema di funzionamento di un IMSI-catcher (fonte: codesign.mit.edu)
Schema di funzionamento di un IMSI-catcher (fonte: codesign.mit.edu)

COSA È STATO DAVVERO SCOPERTO
Non sono stati identificati i punti precisi dove sono stati installati gli IMSI-catcher ma sono stati trovati i segnali provenienti da questi finti ripetitori, la precisione della localizzazione è dell’ordine di una cinquantina di metri. In base all’analisi dei segnali radio sono stati individuati almeno sei finti ripetitori cellulari, tutti ancora attivi fino a giovedì scorso, il giorno in cui i giornalisti del quotidiano norvegese hanno segnalato la cosa alla National Security Authority. Chi sta raccogliendo preziose informazioni sul suolo norvegese? Come nelle migliori trame dei film di spionaggio non è stato possibile risalire ai responsabili della creazione del network di IMSI-catcher. Gli unici legalmente autorizzati a mettere in piedi dei centri di ascolto sono i servizi di sicurezza e la polizia, che però hanno negato ogni addebito. È possibile che ci siano delle potenze straniere coinvolte (la Norvegia è un paese produttore di petrolio) ma naturalmente queste sono solo supposizioni. Il direttore della National Security Authority ha dichiarato che la sua agenzia inizierà subito le indagini per stabilire la veridicità dei fatti riportati dall’Aftenposten.
Foto copertina via Wikipedia.org

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