La storia degli specializzandi in ortopedia a Salerno “costretti” a fare le flessioni se arrivano in ritardo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-07

Secondo l’accusa dell’Associazione Liberi Specializzandi, a Salerno alcuni medici del reparto di ortopedia venivano costretti a fare le flessioni se arrivavano in ritardo

article-post

Alla scuola di Ortopedia dell’Università di Salerno, se un medico specializzando arrivava in ritardo a lavoro all’Ospedale Ruggi veniva costretto a fare le flessioni davanti ai colleghi come “penitenza”: lo denuncia l’Associazione Liberi Specializzandi, che parla anche di coercizione nel “pagare la colazione a tutti” dal bar dell’ospedale. Nel mirino Nicola Maffulli, direttore della Scuola di Ortopedia. Sul profilo del collettivo anche foto e video di quanto avveniva in reparto. Sia l’Asl sia l’Università di Salerno hanno avviato indagini interne per appurare quanto accaduto. L’associazione che aveva sollevato il caso ha emesso un comunicato per ringraziare il Rettore: “Vogliamo complimentarci e ringraziarlo pubblicamente per la PEC che ci ha inviato, e gli auguriamo buon lavoro nella verifica della verità dei fatti e saremo come ALS in vigile e fiduciosa attesa sull’evolversi della vicenda di cui vi terremo aggiornati”.

La storia degli specializzandi in ortopedia a Salerno “costretti” a fare le flessioni se arrivano in ritardo

Intanto Maffulli è stato sospeso: “Non c’era alcuna imposizione nei confronti degli specializzandi – ha dichiarato – ma era un modo per creare un gruppo basato sulle regole e dargli una identità che si basasse sull’uguaglianza, la regola valeva anche per me, e sulla fiducia reciproca”. Assistito dagli avvocati Antonio Musio e Luca Imposimato, Maffulli si è detto “sereno” sugli eventuali sviluppi della vicenda. “Il professore ha respinto qualsiasi ricostruzione che contemplava una imposizione sua nei confronti degli specializzandi. Non c’era alcuna obbligatorietà”, ha spiegato l’avvocato Musio. Una ricostruzione che stride però con quanto afferma Liberi Specializzandi, che ha raccolto le testimonianze dei colleghi. Tra questi qualcuno ha raccontato – come riporta il Corriere della Sera – di un ambiente “poco sereno”: “Non è gioco – aggiunge uno specializzando – e non è goliardia. Fra le punizioni ho visto escludere colleghi dalla sala operatoria per cose che non c’entravano con il lavoro. Questa non è formazione, è tensione”.

Potrebbe interessarti anche