Sparatoria di Ardea: perché Andrea Pignani aveva una pistola se era stato sottoposto a TSO?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-14

Secondo le ricostruzioni, il 34enne era stato sottoposto a Trattamento Sanitario Obbligatorio dopo aver minacciato la madre con un coltello. Poi il giallo dell’arma con cui ha freddato i piccoli Daniel e David e l’uomo di 74 anni

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Salvatore Ranieri, Daniel e David Fusinato. Questi i tre nomi della follia omicida che ha stravolta la domenica di Ardea, cittadina alle porte di Roma. A premere il grilletto, prima contro i bambini poi contro l’anziano – prima di rivolgere l’arma contro di sé (qualche ora dopo)  è stato Andrea Pignani. Il 34enne era un uomo che, secondo i racconti dei vicini e dei cittadini che vivono lì, molto conosciuto nella zona a causa del suo recente passato fatto di violenze e minacce. Si parla anche di un Trattamento Sanitario Obbligatorio dopo aver minacciato sua madre con un coltello. Ed è proprio da lì che dovranno partire le indagini per capire come, nonostante uno stato psicologico alterato, l’uomo avesse a disposizione quella pistola con cui ha freddato due bambini e un uomo intervenuto in loro soccorso.

Andrea Pignani, chi è l’assassino di Ardea e perché aveva una pistola

Secondo quanto riporta il Messaggero, Andrea Pignani soffriva di alcuni disturbi psichici e psicologici. Una situazione di insofferenza mentale che, qualche tempo fa, lo avrebbe portato a minacciare la madre con un coltello. Il sindaco di Ardea, però, ha detto di non ricordarsi di aver firmato il documento per il TSO. Questo il suo racconto a Non è L’Arena.

Sta di fatto che Andrea Pignani aveva dei problemi molto evidenti. Lo avevano segnalato i vicini e anche molte altre persone che avevano evidenziato deliri ed escandescenze, culminate in minacce in strada con quella Beretta calibro 7.65 che apparteneva al padre defunto (ex Guardia Giurata). Ed è questo uno dei tasselli fondamentali per ricostruire questo terribile fatto di cronaca. Le procedure in caso di decesso di una persona proprietaria di un’arma da fuoco sono ben delineate: dopo la morte, infatti, i familiari e gli eredi devono segnalare la presenza dell’arma ai Carabinieri e decidere se concedere loro la custodia.

Ma questa storia racconta di una denuncia mai avvenuta e di una pistola sparita. In realtà, come evidenziato da quanto accaduto ieri mattina ad Ardea, l’arma era nelle mani di Andrea Pignani. E i precedenti non facevano ben sperare, segno di una sottovalutazione evidente del problema, come confermato dalle parole – sempre alla trasmissione di Giletti su La7 – del Presidente del Consorzio Colle Romito.

Eventi noti a tutti. Anche i vicini avevano notato il comportamento “sopra le righe” dell’omicida-suicida di Ardea: “È vero che sparava, una notte ho sentito tre spari”, ha detto ad AdnKronos un uomo che abita in quella zona. Altri, invece, hanno detto di aver udito – già nei giorni precedenti – molti altri colpi di pistola provenire da quella abitazione.

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