Cultura e scienze

Perché Soundreef e Fedez attaccano Franceschini (che querela con buoni motivi)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-06-23

Fedez (e Soundreef) sono tornati a battere i pugni sul tavolo e hanno attaccato frontalmente il ministro Dario Franceschini sul monopolio SIAE. Ma il rapper e Davide D’Atri hanno “dimenticato” di quando Franceschini intervenne per salvare Soundreef e consentirle di operare in Italia. Cronaca di un modo sbagliato di condurre una trattativa con l’amministrazione

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L’ennesimo attacco di Fedez a Dario Franceschini finisce in tribunale. Ieri il ministro dei Beni culturali ha dichiarato all’AdnKronos di voler portare in giudizio il rapper milanese. Il ministro non ci sta a passare per il “cattivo” della situazione, ovvero colui che difende il monopolio di SIAE. Fedez ieri (ma aveva detto le stesse cose a dicembre) ha detto che Franceschini “è palesemente colluso” e ha “un conflitto di interessi” con la SIAE perché la moglie – Michela Di Biase – lavora per la società che gestisce il patrimonio immobiliare della Società Italiana Autori ed Editori. Come abbiamo scritto ieri ci vuole parecchia fantasia per dire che la Di Biase “gestisce il patrimonio immobiliare SIAE” e che esiste un conflitto d’interessi.

Perché Fedez ce l’ha con Franceschini?

Ma la questione non è il lavoro della moglie del ministro. Non a caso le dichiarazioni di Fedez sono state registrate a margine un convegno organizzato da Soundreef alla LUISS. Sarebbe facile fraintendere l’attacco di Fedez come un attacco alla SIAE. In fondo tutti odiano la SIAE, una società che non solo dai musicisti è vista come un orrendo moloch. E dal momento che Fedez ama presentarsi come il teen-idol che dice quello che pensa il M5S ha avuto buon gioco a confezionare un titolo come “Fedez smaschera il conflitto di interessi con la SIAE di Franceschini”.
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Niente di più distante dalla realtà. L’indizio ce lo fornisce lo stesso Franceschini quando dice all’AdnKronos che «Sarà la decima volta che Fedez, da quando ha scelto Soundreef, tira fuori questa storia assurda, calunniando me e mia moglie e ignorando le norme che ha approvato il Parlamento». Il ministro ha così ricordato a Fedez che il Parlamento ha recepito la direttiva Barnier (2014/26/UE). È il decreto legge Franceschini che consente a Soundreef di operare sul suolo italiano. Ma le cose avrebbero potuto andare diversamente senza l’intervento del ministro.

Cos’è Soundreef e cosa vuole da Franceschini?

Soundreef è una società di collecting con sede a Londra il cui titolare è Davide D’Atri. In poche parole Soundreef è una alternativa alla SIAE e molti autori – tra cui lo stesso Fedez – hanno scelto di abbandonare la SIAE per affidarsi a Soundreef. C’è una differenza molto importante tra SIAE e Soundreef: la SIAE è un «organismo di gestione collettiva» mentre la società di D’Atri è un «entità di gestione indipendente». Sono due definizioni che significano che SIAE è un organismo detenuto o controllato dai propri membri e senza scopo di lucro. Soundreef invece non è né detenuto né controllato, direttamente o indirettamente, integralmente o in parte, dai titolari dei diritti ed è organizzato con fini di lucro.
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Entrambi gli organismi hanno, secondo la direttiva Barnier, diritto ad operare sul territorio nazionale. Ma lo scorso anno c’è stato un momento, mentre si stava lavorando al recepimento della Direttiva UE, in cui Soundreef ha rischiato di essere messo fuorilegge. NeXtquotidiano ha ottenuto da fonti ministeriali la bozza preliminare del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2014/26/UE. Si tratta di un documento che è stato elaborato da un gruppo di lavoro interno Comitato Consultivo Permanente sul Diritto d’Autore.
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Nella bozza di quel documento c’è un comma che avrebbe reso illegale l’attività di Soundreef in Italia. Al comma 1 lettera c dell’art 175 sexies si stabilisce infatti che gli organismi di gestione collettiva diversi dalla SIAE nonché le entità di gestione indipendente avrebbero dovuto stabilire in Italia la propria sede legale. Soundreef è una società di diritto inglese con sede legale a Londra quindi non avrebbe potuto operare nel nostro Paese. Questo era ben chiaro a D’Atri nel giugno 2016 allorché dichiarò al’ANSA (come riporta Left.it) che “non si può impedire a un soggetto straniero di operare in Italia”.

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Fedez durante la conferenza Compose the Future

Vi ricordate del battibecco tra SIAE e Soundreef a Sanremo quando il dg di SIAE Gaetano Blandini dichiarò che “Non esistono in UK, non operano, non so come altro dirlo”? Ecco, il punto era quello. Inoltre la bozza prevedeva che i titolari dei diritti potessero sì scegliere a chi affidarli (come prevede la normativa) a patto che si trattasse di un’entità avente la forma giuridica di organismo a gestione collettiva. Di nuovo un modo per ostacolare Soundreef. Ora è sufficiente leggere l’articolo 8 del DL di recepimento della direttiva per scopre che la “clausola territoriale” è scomparsa. Come è stato possibile? Grazie all’interessamento di Franceschini che dopo l’attività di lobbying condotta dalla società Reti per conto di Soundreef ha fatto in modo la società di D’Atri potesse operare in Italia. Ora Soundreef ha deciso di evitare quelle che probabilmente considera “smancerie” e ha iniziato a picchiare duro, ma con il muro contro muro non si va da nessuna parte.

Il rapporto SIAE-Soundreef

Ma se Soundreef ha ottenuto quello che voleva perché continua ad attaccare il ministro Franceschini? In realtà Soundreef non ha ottenuto tutto quello che voleva, ed è per questo che Fedez continua a tirare fuori la storia del conflitto d’interessi della moglie di Franceschini. L’obiettivo è fare pressione sul ministro per risolvere una questione di vitale importanza per il successo di Soundreef in Italia. Come spiegava D’Atri a Rockit uno dei vantaggi di Soundreef come alternativa alla SIAE è che loro pagano più rapidamente.
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Il problema è che attualmente è ancora SIAE ad avere il monopolio (quello sì) della raccolta. In sostanza è SIAE a raccogliere i proventi e a girarli a Soundreef il quale a sua volta li gira ai suoi autori ed editori. E i tempi dei pagamenti di SIAE sono troppo lunghi per Soundreef che chiede maggiore trasparenza e tempi certi. Solo in presenza di queste circostanze Soundreef darà mandato a SIAE per effettuare la raccolta degli incassi. Ma il dubbio è che l’ennesima sparata di Fedez, invece che distendere gli animi e rendere tutti più propensi ad un accordo possa contribuire ad irrigidire le posizioni.

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Fedez con D’Atri (a dx) e Luigi Capello a EnLabs

La SIAE infatti – riporta AdnKronos – ha dato mandato ai suoi legali di agire nei confronti di Fedez ritenendo “inaccettabili e inammissibilmente false e insultanti le affermazioni pronunciate ieri da Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, nel corso di un convegno alla Luiss”. Affermazioni che secondo la SIAE “fuoreiscono da qualunque limite di decenza”. Soundreef però ha anche un altro problema: la Brexit. E su quella Franceschini può fare ben poco.
 
Foto copertina via Twitter.com
 

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