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I soldati russi prigionieri: “Mamma, sono vivo, ci hanno mandato allo sbaraglio” | VIDEO
neXtQuotidiano 15/03/2022
Sono tutti giovanissimi, spediti al fronte senza sapere il perché. La maggior parte delle loro famiglie non sanno neanche che i loro figli si trovano lì in guerra
Molti di loro sono giovani. Giovanissimi. Hanno finito da poco le scuole e si sono ritrovati nel bel mezzo di una guerra, operando dalla parte dell’aggressore su ordine del Cremlino. Molti di loro non sapevano neanche di esser stati spediti a un fronte creato da Putin in un Paese straniero. Molti di loro sono – come poi confessato dopo aver negato inizialmente il fatto – militari di leva spediti come un pacco postale (imbottito di armi e munizioni) in Ucraina per combattere un nemico inesistente. Lontani dalle famiglie, i soldati russi che arrestati nel Paese ucraino ora chiedono scusa e lanciano appelli alle loro madri.
Russian prisoner of war addressed to his mother
“Mom if you see this video. If they tell you it’s okay don’t believe it. Russia has already committed this crime.
I’m alive, they could kill me but they protect me. The only thing I can die from, mom, is from attack of our planes. pic.twitter.com/wcMfQUvMkp
— NEXTA (@nexta_tv) March 14, 2022
Soldati russi prigionieri: “Mamma ci hanno mandato allo sbaraglio”
“Mamma se vedi questo video. Se ti dicono che va bene non crederci. La Russia ha già commesso questo crimine. Sono vivo, potrebbero uccidermi ma mi proteggono. L’unica cosa per cui posso morire, mamma, è per l’attacco dei nostri aerei”. A parlare è uno dei soldati russi arrestati e fatti prigionieri nel corso delle prime due settimane di questa guerra. Nel video diffuso da Nexta, si vedono cinque ragazzi molto giovani. Tutti con il volto emaciato dal freddo e con gli occhi arrossati dalle lacrime. E da lì, da quel media centre ucraino, hanno lanciato tutti degli appelli per tentare di spiegare il motivo per cui si siano ritrovati nel bel mezzo di un conflitto.
Come riporta Il Corriere della Sera, il primo pensiero di molti di questi giovanissimi soldati russi è stato rivolto alle madri e ai loro familiari che non hanno più notizie di loro da giorni. Anche perché, come testimoniato dal gesto della redattrice di Channel One Marina Ovsyannikova, chi vive in Russia sa poco (quasi nulla) di quel che sta accadendo in Ucraina. Colpa dei media di Stato che, nelle rare volte in cui si parla dell’argomento, parlano di “operazione speciale”. Ma è una guerra, come sottolineato da uno dei militari arrestati in Ucraina:
“Chiedo perdono: a tutta l’Ucraina. Perdonatemi per essere venuto qui, mi vergogno profondamente. Putin ha detto solo menzogne, ci hanno costretto a venire qui. Voglio chiedere perdono a tutta l’Ucraina per essere venuto qui”.
Parole pronunciate con il capo chino e che vengono ripetute anche dagli altri soldati presenti a quella conferenza stampa. Nelle loro parole e nei loro occhi appare evidente quel senso di “impotenza” davanti alle decisioni del Cremlino e di “vergogna” per essersi trovati in Ucraina. A invadere un Paese provocando morte e distruzione. Il Corriere della Sera riporta anche i racconti di altri militari russi prigionieri in Ucraina. Con parole agghiaccianti sul loro destino. E non per colpa di chi li ha arrestati:
“Ho potuto chiamare i miei genitori. I miei dicono che mi hanno già organizzato il funerale. Se rientriamo come prigionieri scambiati, a spararci saranno i nostri connazionali, per la vergogna”.
Ma poi c’è anche chi entra nel dettaglio dell’operazione di guerra voluta dal Cremlino, facendo nomi e cognomi. Oltre agli ordini ricevuti:
“L’ordine di prendere Kharkiv in tre giorni è venuto direttamente da Putin. Ci era stato ordinato di bombardare civili”.
Parole di un comandante russo arrestato cinque giorni fa in Ucraina.