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I soldati russi “giustiziati” dagli alleati ceceni perché volevano deporre le armi
neXtQuotidiano 21/04/2022
Intorno alla città di Zaporizhzhia tre soldati russi sono stati uccisi dai loro alleati ceceni perché volevano smettere di combattere come protesta per non aver ricevuto lo stipendio
Nel distretto di Pologovsky, a Zaporizhzhia, tre soldati russi sono stati uccisi dai militari ceceni perché avevano deciso di deporre le armi. Ivan Arefyev, portavoce dell’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, ha spiegato quanto accaduto in una dichiarazione su Telegram nella giornata di ieri, citata dal Daily Beast: “Secondo i servizi segreti ucraini, ieri nel distretto di Pologovsky le truppe russe hanno iniziato a ribellarsi: i soldati russi non volevano combattere perché non hanno ricevuto i pagamenti promessi. Gli uomini di Kadyrov (il presidente ceceno, ndr) hanno brutalmente ucciso tre degli istigatori della rivolta che erano pronti a deporre le armi e tornare a casa”. Sebbene non siano mai stati inviati a combattere nei luoghi cruciali della guerra, i ceceni hanno affiancato fin dai primissimi giorni i militari russi nel conflitto in Ucraina. Le condizioni dell’esercito russo inviato oltre il confine sono apparse presto disperate: nei primi giorni dopo la guerra circolavano diversi video di reclute che denunciavano di aver ricevuto poche razioni di cibo, perlopiù scadute, mentre alcune telecamere di sorveglianza hanno ripreso giovani soldati che cercavano di rubare pollame nei giardini dei civili ucraini.
I soldati russi “giustiziati” dagli alleati ceceni perché volevano deporre le armi
I soldati di Mosca combattono per pochi rubli al mese, ma possono razziare le case dei territori occupati con la violenza. Le autorità nella vicina città di Dnipro hanno segnalato casi simili di ribellioni delle truppe russe: in una dichiarazione di ieri il consiglio comunale ha affermato che alcune telefonate intercettate hanno rivelato che le truppe di Vladimir Putin stanno complottando per sparare ai propri comandanti. Una registrazione audio di accompagnamento rilasciata dal servizio di sicurezza ucraino mostra un uomo che si presume essere un soldato russo che si lamenta con un amico che i comandanti hanno dato l’ordine di sparare ai civili e hanno minacciato l’accusa di diserzione se le truppe non rispettano il comando. “Al nostro comando, hanno fatto provviste: sigarette, cibo… Sai cosa hanno fatto? I nostri capi si sono fottuti e hanno scaricato tutti. Non so nemmeno dove siano”, ha detto. “Beh, cazzo, spara loro e basta”, ha risposto il suo amico.
(immagine di copertina: Italy Photo Press)