Silvio Fanella, un omicidio in nero

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-12-18

Arrestati esponenti dei NAR ed estremisti di destra per la morte violenta del cassiere di Mokbel

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Quello di Silvio Fanella è un omicidio in nero. La Squadra Mobile di Roma sta operando diversi arresti e numerose perquisizioni a carico di persone emerse nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Fanella, il cassiere di Mokbel ucciso a colpi d’arma da fuoco lo scorso 3 luglio in via della Camilluccia. Le indagini sono coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

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Via della Camilluccia, luogo dell’omicidio di Silvio Fanella

SILVIO FANELLA, UN OMICIDIO IN NERO
Tra gli arrestati, figurano Emanuele Macchi Di Cellere, ex Nar, rintracciato e arrestato nel sud della Francia dalla Squadra Mobile di Roma lo scorso settembre, dopo che si era sottratto ad altro provvedimento e Manlio Denaro, già coinvolto nelle indagini sulla truffa Fastweb Telecom Sparkle. Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, vanno a colpire gli esecutori e organizzatori dell’azione criminosa dello scorso 3 luglio, rivelando il coinvolgimento, a vario titolo, di numerosi soggetti, pregiudicati e comunque legati all’estrema destra, gravitanti in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, oltre che nel litorale di Ostia. Le indagini sull’omicidio avevano già consentito di arrestare Giovanni Battista Ceniti, rimasto ferito nel corso della commissione del delitto, Egidio Giuliani e Giuseppe Larosa, rintracciati a Roma e a Novara lo scorso 7 settembre, esecutori materiali dell’omicidio di Silvio Fanella. L’operazione ha visto impiegati oltre 150 uomini della Polizia di Stato, con l’impegno, oltre che di quella di Roma, anche delle Questure di Genova, Verbania, Novara, Torino, Trento e Varese. Nel corso delle attivita’ e’ stata anche perquisita la Cooperativa Sociale Multidea di Novara, che ha tra le finalita’ quella del reinserimento sociale degli ex detenuti, nella quale operano pregiudicati per reati di terrorismo, appartenenti alle Brigate Rosse e ai movimenti eversivi di destra, che ha tra i fondatori Egidio Giuliani, mentre Giuseppe Larosa vi figurava come dipendente.
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Silvio Fanella e il tesoro di Mokbel (fonte foto: Dagospia)

CHI ERA SILVIO FANELLA

Silvio Fanella di fatto era il cassiere della «banda» diventata famosa perché all’ombra di Telecom e Fastweb aveva messo in piedi una truffa da due miliardi di euro. Quello che faceva “il Pupillo” (così lo chiamava Gennaro Mokbel) lo racconta lui stesso in una intercettazione ambientale captata con una microspia in un albergo a Londra dove si era recato per discutere come imbastire gli affari offshore con i “bad boys” , i soci inglesi. Parla di soldi. “Me li sono presi in tutte le maniere botti (fallimenti ndr) …sole (truffe ndr) …evasioni … in tutte e …scippi per strada ai corrieri che io sapevo…cioè tutto e de più!!!…però non ce l’ho più!”. Fanella era un ganglio fondamentale della banda, sgominata dall’inchiesta romana. In primo grado aveva preso nove anni e aveva iniziato a scontarli ai domiciliari, quando i killer lo hanno raggiunto.
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L’arresto di Emanuele Macchi di Cellere

CHI È EMANUELE MACCHI DI CELLERE
Emanuele Macchi Di Cellere, ex terrorista dell’estrema destra con precedenti per associazione terroristica, banda armata e detenzione di esplosivi, noto militante dei movimenti neofascisti romani negli anni ’70 e ’80, era tra i protagonisti del Movimento rivoluzionario popolare e considerato persona di fiducia di Pierluigi Concutelli, quest’ultimo membro di Ordine Nuovo, condannato per l’omicidio del Giudice Vittorio Occorsio e compagno di cella anche di Egidio Giuliani, 59 anni, considerato dagli inquirenti uno dei presunti killer di Silvia Fanella, ex cassiere di gennaro Mokbel, ucciso il 3 luglio a Roma. Macchi Di Cellere, di nobili natali, nato e cresciuto ai Parioli ma da tempo residente a Ostia, era stato arrestato il 3 marzo 2012 sorpreso nel porticciolo della Marina aeroporto di Sestri Ponente, a Genova, con 165 chili di cocaina purissima, per un valore superiore agli 8 milioni di euro, proveniente da Santo Domingo e destinata al mercato della capitale, attività coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo ligure.

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