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Lo sfogo del primario del Pronto Soccorso di Pesaro contro i no vax: “Vi curo, ma vi disprezzo”

neXtQuotidiano 02/12/2021

Umberto Gnudi, primario del Pronto Soccorso all’ospedale di Pesaro, in un lungo post su Facebook esprime tutta la sua frustrazione verso chi ha scelto di non vaccinarsi: “Avrete le mie cure al meglio che posso, come sempre. Ma sappiate che mi fate schifo”

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Il giuramento di Ippocrate impone ai medici di non fare discriminazioni quando si parla di prestare il proprio servizio per curare qualcuno. E Umberto Gnudi, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale San Salvatore di Pesaro, non ha assolutamente intenzione di infrangerlo. Quando si tratta di no vax, però, ci aggiunge una postilla: “Vi curo – ha scritto in un post di sfogo su Facebook – ma non parlatemi perché vi disprezzo, mi fate schifo”. Parole che hanno suscitato reazioni molto accese, in particolare insulti da parte di chi si è sentito chiamato in causa. “Sui social cerco di essere il più possibile politicamente corretto – esordisce Gnudi nel post – ma adesso non posso più farlo. All’ennesimo caso di no vax positivo (anziano con figli no vax, strafottente cinquantenne “tanto a me non capita”, trentenne palestrato “con questo fisico non ho paura di niente”) che vuol dire più lavoro e più rischio per noi sanitari stremati, ma soprattutto meno risorse e posti letto per tutti gli altri malati, vittime innocenti di cieca stupidità, ho perso la pazienza! Non voglio più avere a che fare con voi!”.

Lo sfogo del primario del Pronto Soccorso contro i no vax

Il primario ha quindi invitato qualunque no vax fosse nei suoi contatti a cancellarsi, “se vi è rimasta una briciola di dignità, altrimenti appena me ne accorgo lo farò io”. La strafottenza di chi crede di poter battere il Covid, dimenticando che da positivo potrebbe diventare un veicolo attraverso il quale il virus si diffonde andando a colpire i più fragili e aumentando la pressione sugli ospedali, lo ha portato a esporsi sui social. “Sappiate che vi disprezzo – conclude il primario – e non è questione di libertà di pensiero, ma di rispetto per la comunità. Non ne avete, non ne meritate. Avrete le mie cure al meglio che posso, come sempre. Ma sappiate che mi fate schifo”.

Le precisazioni di Umberto Gnudi

Il suo sfogo è circolato molto, al punto che Gnudi si è sentito di fare alcune precisazioni. “Visto che il post sta girando un po’ troppo – ha scritto poi – provo a chiarire: sono medico di PS e 118 da vent’anni e in questi anni ho imparato che l’empatia, la buona parola, la compassione sono esse stesse cura, spesso altrettanto efficace dei farmaci. Ma non posso provare empatia per un atteggiamento distruttivo ed egoista quale è il rifiuto ideologico del vaccino. Come medico, curo con la scienza; come uomo, guarisco assieme al paziente. La pietas per il paziente è sempre presente e cresce esponenzialmente nel caso di persone esposte loro malgrado al virus, perché familiari più in salute hanno deciso per loro di non vaccinarle. Vedere morire boccheggiando un anziano mi fa schifo, e quando nell’ambulatorio accanto il medico che sono curerà, in scienza e coscienza, l’autore del contagio, l’uomo che sono non potrà provare rispetto per lui”.

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