«Le leggi che permettono di sparare a orsi e lupi sono incostituzionali»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-08

Il ministro Costa annuncia che andrà alla Corte contro le leggi di Bolzano e Trento, che prevedono la cattura e l’abbattimento di esemplari problematici

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“Io come ministro della Repubblica ho il dovere di intervenire. Quelle due leggi violano un principio costituzionale”. Lo annuncia al Corriere della sera il ministro dell’ambiente Sergio Costa, dopo che il Consiglio provinciale di Trento e quello di Bolzano hanno approvato provvedimenti per la gestione autonoma di orsi e lupi. “Sono obbligato – spiega Costa – a chiedere l’impugnazione davanti alla Corte costituzionale. Anche se mi domando: dobbiamo arrivare per forza a questo punto? Per questo chiedo ai due presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano se possono pensare di fare altrimenti. Per risolvere il problema dei lupi e degli orsi nelle loro Province autonome hanno come modo soltanto quello di abbatterli? Basta vedere il piano lupo elaborato dall’Ispra che è arrivato a un soffio dall’approvazione, ci sono ventidue azioni per regolare il rapporto uomo-lupo. Penso che sia il caso di guardarlo, una soluzione sicuramente lì si trova”.

«Le leggi che permettono di sparare a orsi e lupi sono incostituzionali»

“Invito i due presidenti di Trento e Bolzano – dice quindi – a fare un passo indietro. A ritirare quelle leggi che forse non sono state ancora nemmeno pubblicate sul bollettino. Poi li invito a venire a Roma, dove con l’Ispra potranno trovare le soluzioni per i loro lupi e i loro orsi. Ce ne sono davvero molte”.  Il primo ad approvare una legge sulla gestione autonoma di orsi e lupi è stato giovedì il Consiglio provinciale di Trento. Ieri è stata la volta di Bolzano. I due provvedimenti prevedono la cattura e l’eventuale abbattimento di esemplari problematici, che siano pericolosi per l’uomo e gli allevamenti. Non si tratta di riaprire la caccia a lupi e orsi, ma di permettere agli enti locali di eliminare singoli animali troppo aggressivi.

Le statistiche sul numero di lupi in Italia (La Repubblica, 24 maggio 2016)

Un possibilità richiesta a gran voce dagli allevatori, sempre più colpiti da una popolazione di lupi in crescita. Una petizione online per gli abbattimenti, promossa dall’assessore altoatesino all’Agricoltura, Arnold Schuler, in sole 24 ore ha raccolto 13.000 firme. Quanto agli orsi, sono stati reintrodotti dalla Provincia di Trento nel 1999 e oggi sono alcune decine. Ma nel 2017 la stessa Provincia ha fatto abbattere la femmina KJ2, accusata di due aggressioni a umani. E nel 2014 l’orsa Daniza, troppo aggressiva, era stata uccisa dall’anestesia mentre si cercava di catturarla.

I lupi e il governo

Le leggi appena approvate prevedono che le giunte provinciali decidano autonomamente gli abbattimenti. E qui sta il motivo del contendere con le associazioni ambientaliste. La normativa nazionale e quella comunitaria autorizzano gli abbattimenti di lupi e orsi solo in casi estremi, di sicurezza pubblica o per gravi danni agli allevamenti. Ma la decisione spetta al ministero dell’Ambiente. Il Piano Lupo del Ministero, che prevedeva gli abbattimenti, si è arenato a dicembre per i contrasti fra Regioni e Province favorevoli (Trento, Bolzano, Toscana, Veneto e Valle d’Aosta) e quelle contrarie. Così, le Province autonome hanno deciso di fare da sé.

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Uno scatto notturno di un lupo dell’Altopiano, foto di Federico Povoledo

A questo riguardo però c’è da dire che sia nella pubblicazione del 2002 che in quella del 2010 l’ISPRA veniva preso in considerazione “l’abbattimento di singoli lupi responsabili di danni rilevanti” regolamentato magari sul modello svizzero che prevede che l’abbattimento avvenga all’interno della zona nella quale il lupo crea danno (perché non ha senso uccidere un lupo in Piemonte se il bestiame è stato ucciso sull’appennino emiliano). Inoltre anche la cattura degli esemplari per poterli trasferire in un’altra area è – scriveva l’Istituto – difficilmente praticabile perché non ci sono zone sufficientemente isolate dove poter liberare gli animali catturati. All’epoca l’ISPRA inoltre rilevava come a livello nazionale la strategia fosse “debole” e che i piani di conservazione fossero affidati solo alle singole amministrazioni locali. Fermo restando che anche per il Piano Lupo l’abbattimento è l’ultima soluzione e che invece dovrebbero essere aumentati i fondi per recinzioni e risarcimenti è bene ricordare che gli abbattimenti non servono per contenere il fenomeno del bracconaggio (che purtroppo esiste) e che gli interventi di abbattimento dovranno essere concordati con l’ISPRA. Infine, finché non sarà fatto un censimento del numero dei lupi in Italia parlare di “abbattimento controllato” e designare anche una quota di animali da uccidere non ha alcun senso.

Leggi sull’argomento: Perché il governo vuole uccidere i lupi 

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