Dal doppio mandato all’Ucraina, c’è aria di scissione tra Conte e Di Maio nel Movimento 5 Stelle

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-06-17

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sempre più lontani: sullo sfondo il voto degli iscritti M5S sul secondo mandato, che farebbe fuori il ministro degli Esteri

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La data che hanno tutti davanti agli occhi è quella del 21 giugno, quando il presidente del Consiglio Mario Draghi sarà in Parlamento per le sue comunicazioni e la maggioranza sarà chiamata a votare una risoluzione in cui il presidente M5S Giuseppe Conte vorrebbe inserire lo stop all’invio di altre armi all’Ucraina. Potrebbe essere quello lo scenario a fare da sfondo a uno strappo con l’area governista del Movimento, rappresentata da Luigi Di Maio: l’ipotesi appare molto più probabile rispetto alle scintille tra i due leader dopo l’elezione del presidente della Repubblica, tanto che l’ex premier a La Stampa è arrivato a dichiarare: “Non lo cacciamo via, in realtà Di Maio si sta cacciando da solo”.

Dal doppio mandato all’Ucraina, c’è aria di scissione tra Conte e Di Maio nel Movimento 5 Stelle

Il riferimento è all’imminente voto della base grillina sull’obbligo dei due mandati, che di fatto farebbe fuori il ministro degli Esteri e altri esponenti di spicco come Roberto Fico: i nomi di eventuali “deroghe” sarebbero in capo a Conte, che in questa partita ha il coltello dalla parte del manico. Per adesso però preferisce non affondarlo, limitandosi a rispondere a tono alle critiche arrivate dalla Farnesina per la mancanza di democrazia interna e di autocritica: “Quando Di Maio era leader – osserva l’ex premier – come organismo del M5S c’era solo il capo politico. Che oggi ci faccia lezioni di democrazia fa sorridere”. Al Foglio l’ex premier ha poi aggiunto: “Dire che la posizione del M5s è antiatlantista e fuori dalla Nato, dire che il Movimento mette in difficoltà il governo significa dire stupidaggini. Significa anche offendere la sensibilità di un’intera comunità”.

Di Maio fonda un partito tutto suo?

Sullo sfondo di una possibile “epurazione”, Di Maio si guarda intorno, e tra Camera e Senato si fanno largo diverse indiscrezioni che lo vedrebbero attivamente coinvolto nella creazione di un nuovo soggetto politico. Secondo quanto riporta Agi potrebbe abbracciare “un’area trasversale” che vada da Sala ai ministri governisti di Forza Italia, tenendone dentro alcuni della Lega, ad esempio Giorgetti, che con Di Maio ha un ottimo rapporto.

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