Attualità
“Sbagliato dare Astrazeneca e J&J a giovani e donne”
neXtQuotidiano 09/06/2021
L’immunologa Antonella Viola dopo il caso della 18enne ricoverata in Liguria spiega che i vaccini Astrazeneca e J&J devono essere riservati agli over 55
L’immunologa Antonella Viola dopo il caso della 18enne ricoverata in Liguria spiega che i vaccini Astrazeneca e J&J devono essere riservati agli over 55
“Sbagliato dare Astrazeneca e J&J a giovani e donne”
“È sbagliatissimo proporre questi vaccini ai giovani, specialmente alle donne. Sono sempre stata convinta che non bisognerebbe darli a persone di età inferiore ai 55 anni”. Lo afferma Antonella Viola, immunologa, docente di patologia generale a Padova, direttore scientifico dell’istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. Perché? “Per non aver dubbi basta leggere un lavoro uscito sulla rivista ‘Science’ dove si spiega come man mano che si scende con l’età i rischi di ricevere questi vaccini superano ampiamente i benefici – risponde l’immunologa – Nei più giovani il pericolo di avere conseguenze gravi a causa del Covid è invece molto basso. Ecco perché la Francia ha stabilito di limitare i due vaccini a vettore virale agli over 55”.
Basta Open day ai più giovani? “Le Regioni devono finirla di fare a gara a chi vaccina di più senza mettere al primo posto la sicurezza – rimarca Viola – Gli eventi trombotici post vaccino sono rarissimi ma anche un solo episodio è una tragedia. E dolorosa la storia della 18enne ricoverata a Genova”. Chi dovrebbe scegliere il vaccino più adatto? “Il medico di famiglia che conosce i suoi pazienti, avverte. Si è capito il motivo per cui le donne sono le più esposte? “Non è stato ancora chiarito. Che le cure ormonali siano un elemento di predisposizione resta soltanto un’ ipotesi”, ricorda Viola.
Non bisogna correre troppo? “Vale la pena di scegliere il vaccino più sicuro in rapporto all’età. In questi casi i preparati di Pfizer e Moderna basati sull’Rna messaggero. Anche così arriveremmo a settembre con larga parte della popolazione immunizzata”, suggerisce l’immunologa.