Sarin, iprite, VX: come si muore con il gas

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-04-05

L’attacco con armi chimiche alla cittadina di Khan Sheikhoun nella provincia nord-occidentale di Idlib è niziato tra le 7 e le 8 di mattina. I sintomi sono compatibili con l’uso di «gas nervino» e il sarin

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«Avevano la bava alla bocca, sanguinavano dal naso. Abbiamo tentato, li abbiamo spogliati per eliminare gli abiti contaminati, li abbiamo lavati con l’acqua, li abbiamo rianimati ma per tanti di loro non c’era più niente da fare»:così Majid Khalf, Casco Bianco, portavoce della protezione civile creata dall’opposizione siriana, racconta al Corriere della Sera l’attacco con armi chimiche alla cittadina di Khan Sheikhoun nella provincia nord-occidentale di Idlib. Iniziato tra le 7 e le 8 di mattina, i sintomi sono compatibili con l’uso di «gas nervino» e il sarin.

Come si muore con il gas

Marta Serafini sul quotidiano tra l’altro racconta anche che c’è già chi accusa i White Helmets di star facendo propaganda a favore dell’opposizione. «Si sono inventati tutto, come al solito», puntano il dito i sostenitori del regime. La prova del complotto? Nei filmati diffusi in rete i Caschi Bianchi non indossano tute speciali, come si fa in caso di attacco chimico. «Non abbiamo equipaggiamenti speciali. Durante i soccorsi cinque dei nostri sono rimasti anche loro intossicati e sono in condizioni critiche», è la risposta che arriva dal quartier generale dei White Helmets. Ma che ci sia anche chi è sempre pronto a gridare al complotto per mascherare gli orrori si nota anche da questa immagine diffusa dal gruppo italiano “La Siria di Assad (con il popolo)”:
attacco gas siria
Secondo il responsabile della rete sanitaria di Idlib, i morti sarebbero già 67. Altre fonti locali parlano di 100 vittime. La responsabilità viene fatta ricadere sul regime di Assad e sulle Forze Armate siriane. Le quali, però, secondo una fonte citata dall’agenzia Reuters, negano: «Le forze armate siriane non hanno usato e non usano agenti chimici, che, tra l’altro, non posseggono». Francesca Caferri su Repubblica raccoglie la testimonianza di Feras Al Jundi, un medico siriano che lavora pochi chilometri a nord di Khan Shekhoun:

In che condizioni erano i feriti?
«Non riuscivano a respirare, molti avevano convulsioni o contrazioni, giramenti di testa. Perdita di coscienza, spaesamento, pressione bassa, pupille ridotte, arrossamento degli occhi. Alcuni hanno avuto allucinazioni, paralisi. Molte vittime avevano la tipica bava bianca alla bocca che si osserva nei casi di avvelenamento chimico».
Che cosa significa questo?
«Sono sintomi che secondo me fanno pensare al gas nervino e non al gas cloro che abbiamo già visto usare altre volte».
È in grado di provare questa affermazione?
«Io e i miei colleghi abbiamo conservato parti dei barili che sono stati usati per contenere il gas. Abbiamo anche prelevato campioni biologici dei feriti, sperando che ci sia un’inchiesta internazionale. Poi ci sono video e testimonianze».
Lei sa che se se l’uso di gas nervino fosse provato potrebbero esserci delle conseguenze a livello internazionale…
«Mi auguro che la comunità internazionale ricordi la risoluzione 2118 in cui si minacciava il ricorso al capitolo 7 della Carta Onu (uso della forza) in caso di attacco chimico. Bisogna porre un freno alle violazioni di cui è vittima il popolo siriano»

Sarin, iprite, VX

La Stampa spiega oggi che i principali tipi di armi chimiche sono tre. Il Sarin è un gas nervino classificato come arma chimica di distruzione di massa. Fu ottenuto per la prima volta nel 1938 da scienziati tedeschi. È inodore e in grado di attraversare la pelle. Il tioetere del cloroetano, più noto come iprite, è conosciuto anche come gas mostarda per il suo odore. È estremamente penetrante e agisce sulla pelle anche infiltrandosi attraverso gli abiti. Infine c’è il Vx: si tratta di un gas nervino messo al bando con la convenzione sulle armi chimiche del 1993. È incolore, inodore e di consistenza oleosa. Si ritiene che sia stato usato contro i curdi da Saddam. Marco Sarboraria, medico anestesista e rianimatore esperto di intossicazioni, spiega al quotidiano cosa è accaduto:

Dottor Sarboraria, come si interviene di fronte a un attacco con armi chimiche?
«Innanzitutto bisogna valutare il tipo di agente usato, per capire quali precauzioni prendere. Di fronte a gas irritanti sono sufficienti tute e maschere anti-gas. Mentre per i derivati dal cloro come il Sarin – capaci di penetrare pelle e indumenti – servono farmaci per ridurre l’infiammazione polmonare e respirazione assistita con apporto di ossigeno. In questo caso bisogna intervenire subito».

gas siria
La mappa dei luoghi degli attacchi (Corriere della Sera, 5 aprile 2017)

Come si riconoscono i sintomi?
«Ovviamente questi variano in base all’agente disperso nell’aria. I gas nervini, ad esempio, provocano un aumento delle secrezioni, nausea, vomito e stati comatosi che possono portare alla morte. I cianuri, invece, alterano il trasporto di ossigeno impedendo alle cellule di svolgere le loro funzioni. Ciò significa vertigini, tachicardia e cefalea. Fino al collasso».
Perché muoiono tanti bimbi?
«I bambini, come gli anziani, sono i più esposti perché hanno capacità polmonari inferiori».

Leggi sull’argomento: «Vi racconto come ho provato a scappare dalla Siria»

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