Samantha D’Incà morta dopo oltre un anno in coma: i medici hanno sospeso i trattamenti vitali

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-21

La giovane donna di Feltre (Belluno) Samantha D’Incà, in coma da dicembre 2020 per un’infezione, è morta sabato dopo che i medici hanno autorizzato la sospensione dei trattamenti che la tenevano in vita

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Era in coma dal 4 dicembre 2020, Samantha D’Incà, la giovane donna di Feltre (Belluno) che vide aggravarsi le sue condizioni in seguito a un’infezione contratta dopo un’operazione in ospedale per la frattura di un femore: è morta sabato mattina, nella clinica privata “Gaggia Lante” nella quale era ricoverata. La famiglia aveva chiesto che venissero interrotti i trattamenti di sostegno vitale, come da sua volontà: così i medici hanno “staccato la spina”, ma l’iter per arrivare alla cessazione delle sue sofferenze non è stato affatto semplice. Samantha, infatti, non aveva lasciato alcun documento scritto: il 10 novembre scorso, dopo una lunga battaglia giudiziaria, il Tribunale di Belluno aveva nominato suo padre Giorgio come amministratore di sostegno con facoltà di prestare per conto della figlia il consenso informato all’eventuale interruzione delle terapie che la tenevano in vita nel momento in cui l’equipe medica stabilisse che “non sono più nell’interesse della paziente”.

Samantha D’Incà morta dopo oltre un anno in coma: i medici hanno sospeso i trattamenti vitali

“Ho chiesto loro di essere io il tutore – dichiarò l’uomo intervistato dal Corriere Veneto – perché non vorrei mai che, un domani, a qualcuno della mia famiglia potesse venire il rimorso di aver autorizzato il fine vita. Eventualmente quel peso lo porterò io. Per ora sono sereno, perché so che sto facendo quello che vuole Samy. Anche se è doloroso”. La morte è sopraggiunta “al termine del percorso di accompagnamento al fine vita” richiesto dalla famiglia e autorizzato dalla magistratura dopo l’individuazione di un collegio medico dedicato. Esperti sanitari dell’ Uls1 Dolomiti avevano stabilito che la donna – che tra una settimana esatta avrebbe compiuto 30 anni – non avrebbe più potuto riprendersi, ma che continuava a patire dolori fortissimi. Distesa a letto, veniva nutrita attraverso un sondino e il suo corpo era spesso attraversato da dolorosi spasmi muscolari. Per lei sono stati inutili anche le cure riabilitative nel centro di riferimento nazionale, a Vipiteno, vicino Bolzano.

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