Salvino Caputo: il dirigente di “Noi con Salvini” arrestato per voto di scambio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-04-04

Finito agli arresti domiciliari con il fratello per dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità. Giorgetti: “La magistratura faccia quello che deve fare”

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Con l’accusa di voto di scambio i Carabinieri del Provinciale di Palermo hanno arrestato l’ex deputato regionale siciliano Salvino Caputo, dirigente di “Noi con Salvini”. L’ex parlamentare, avvocato di Monreale, commissario straordinario per i comuni della provincia di Palermo del movimento “Noi con Salvini” durante le elezioni della scorsa primavera, è finito agli arresti domiciliari su proposta della Procura della Repubblica di Termini Imerese. Ai domiciliari anche il fratello, Mario Caputo, avvocato monrealese, candidato non eletto durante le ultime elezioni dell’ARS nelle liste del movimento “Noi con Salvini” e Benito Vercio, 62enne, “procacciatore di voti”, termitano.

Salvino Caputo: il dirigente di “Noi con Salvini” arrestato per voto di scambio

Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica avrebbe, inoltre, dimostrato “dodici episodi di compravendita di voti in cambio di promesse di posti di lavoro o altre utilità posti in essere da due degli arrestati in correità con ulteriori indagati”. Caputo nel 2013 era stato dichiarato decaduto da deputato dell’ARS per una condanna per tentato abuso d’ufficio quando era sindaco di Monreale: era stato accusato di aver tentato di annullare contravvezioni stradali elevate a esponenti politici ed ecclesiastici ed è stato condannato a un anno e cinque mesi con una sentenza diventata definitiva. Sul suo profilo Twitter si definiva ancora impegnato politicamente in Forza Italia (era un fan di Angelino Alfano), da cui proveniva; è passato poi al Popolo delle Libertà prima di approdare nelle file della Lega.

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A nominarlo commissario della provincia di Palermo è stato Alessandro Pagano, coordinatore per la Sicilia Occidentale del movimento legato alla Lega Nord. Il suo predecessore Francesco Vozza criticò all’epoca la nomina: “Non condivido la scelta di Pagano né nel metodo né nel merito. Se è normale nominare commissario un condannato in via definitiva per abuso d’ufficio, decaduto dall’Ars, allora smetto di fare politica. Ho avviato delle consultazioni con i vertici della Lega Nord per capire se Salvini è al corrente di questa nomina. Per quanto mi riguarda c’è un problema politico grande quanto una casa”.

La reazione della Lega

Giancarlo Giorgetti, esponente della Lega molto vicino a Salvini, oggi in diretta su Radio Capital ha commentato l’arresto dei due Caputo: “Che la magistratura faccia il suo corso: se sono colpelvoli, li condanni e li condanni pesantemente. Non credo siano gli unici in tutta la Sicilia a essere sospettati di questo reato”. “Sono deluso e amareggiato”, ha aggiunto a ‘Circo massimo’. “Purtroppo in un percorso di crescita in zone problematiche si possono fare degli errori – ha poi precisato -. I riferimenti locali hanno sbagliato a puntare su” personaggi “che venivano dal passato”.

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Diversa la reazione di Vozza, che si è legato al dito la storia dell’avvicendamento del 2017: “Senza entrare nel dettaglio della vicenda, mi limito a dire che appena un anno fa venni sostituito proprio da Salvino Caputo alla guida del movimento per volontà di Pagano, che mi scaricò in malo modo sui giornali”. E ancora: “Temo che sia giunta l’ora di dire le cose per come stanno: Pagano ha ucciso un’intera classe dirigente emergente per sostituirla con condannati, riciclati e persone che in generale non c’entra nulla col progetto di Matteo Salvini. Pertanto (e credo di poter parlare a nome di tantissimi militanti), da oggi non accetteremo più la leadership di Pagano”.

Foto copertina da Filodirettomonreale

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