Salvini vuole cercare i vaccini a San Marino. E c’è gente che ci crede

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-02

Secondo Salvini San Marino sarebbe disponibile a vaccinare gli italiani che vivono lì vicino. In realtà le cose non stanno così

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Qualcuno può mai immaginare che l’Italia compri le dosi di vaccino COVID dalla Repubblica di San Marino? E soprattutto, di un vaccino che l’Ema non ha ancora approvato? La risposta sembra scontata: no. Eppure Matteo Salvini non la pensa così

Salvini vuole cercare i vaccini a San Marino. E c’è gente che ci crede

Anzi il Capitano rilancia ancora una volta richieste che qualcuno definirebbe senza troppi peli sulla lingua “assurde” e uscendo dal tribunale di Cagliari avverte:

In settimana incontrerò i rappresentanti del governo di San Marino, visto che non arrivano i vaccini promessi dall’Europa è giusto andarli a cercare dove sono. L’Italia si muova per suo conto, altrimenti non ne usciamo più. Recuperiamo i ritardi e gli errori degli ultimi mesi, accettando la collaborazione di San Marino per ottenere dosi di vaccino (anche dalla Russia) per mettere in sicurezza un’intera zona d’Italia, migliaia di persone che lavorano nella Repubblica o ci vivono vicino. Sarebbe un bellissimo segnale.

Ricordiamo che si tratta del vaccino russo Sputnik, che se è vero che la rivista scientifica Lancet ha in sostanza decretato che funziona e funziona bene, non è stato ancora approvato dall’Ema, e quindi non ha il via libera dall’ente centrale europeo. Che significa questo? Significa che l’Ue non si assume responsabilità riguardo all’utilizzo di questo vaccino. Ma che -tutto sommato- non può vietare ai 27 Paesi membri l’acquisto del vaccino russo. Come d’altronde stanno facendo alcuni Paesi dell’Est (vedi l’Ungheria e la Repubblica Ceca), perché, in caso di necessità ogni Stato può provvedere per sé.

E va bene, ma se anche fosse, perché mai l’Italia dovrebbe decidere di acquistare o andare a prendere questi vaccini a San Marino e non direttamente in Russia dal presciente Vladimir Putin? Salvini continua:

Ho parlato direttamente con il ministro della Salute di San Marino, Roberto Ciavatta, sono pronto a incontrare lui e altri esponenti del suo governo e ho già scritto ai ministri Di Maio e Speranza per sollecitare una risposta all’offerta di aiuto, che mi auguro positiva.

La vera storia dei vaccini di San Marino

Il punto fondamentale della questione è che San Marino ha deciso di ricorrere al vaccino russo perchè le dosi che dovevano arrivare dall’Italia tardavano. Infatti le prime fiale di Pfizer sono arrivate solo ieri. Eppure l’Italia aveva firmato con la Repubblica di San Marino un protocollo l’11 gennaio scorso che prevedeva una “fornitura complessiva di vaccini per un numero massimo di 25.000 cittadini della Repubblica di San Marino, nel rispetto delle indicazioni fornite dalle linee guida dell’Oms, che suggeriscono una copertura effettiva del 70% della popolazione”, specificando anche che “La fornitura avverrà comunque, per ciascun vaccino, nella proporzione massimo di 1 ogni 1.700 vaccini acquistati dall’Italia fino alla concorrenza della copertura massima”. Ma, come spiega Quotidiano Sanità, fino a pochi giorni fa non era arrivato niente:

Di contro, San Marino si era impegnata ad un utilizzo “esclusivamente interno” di queste forniture vaccinali, con “divieto assoluto di cessione a terze parti”. La fornitura complessiva per la quale l’Italia si è impegnata è quindi di circa 50.000 dosi. Succede però che, ad oggi, – secondo quanto ci hanno dichiarato le autorità sanmarinesi – neanche una singola dose di vaccino è ancora stata inviata dalle parti del Monte Titano. E così il governo sammarinese si ritrova in una posizione scomoda. Se infatti da una parte si vuole evitare tensioni con l’Italia, dall’altra cresce l’urgenza di dare risposte ad una popolazione irritata e preoccupata per una campagna vaccinale mai avviata.

Come è quindi possibile che San Marino, che era già in ritardo per la campagna vaccinale, possa regalare vaccini all’Italia? Non lo è infatti. Gli unici italiani che saranno autorizzati alla vaccinazione sono i transfrontalieri, ovvero i nostri concittadini che ogni giorno si recano presso il Monte Titano perché lavorano lì. Anzi, solo gli operatori sanitari, come spiega il Messaggero:

Nulla da fare: «Niente Sputnik per i cittadini italiani». Fatto salvo i frontalieri che lavorano negli ospedali e rientrano nella lista del personale sanitario, con precedenza insieme a chi ha più di 75 anni. Il Titano ha 33 mila residenti e conta di dover immunizzare a breve circa 22 mila cittadini. Ha ottenuto lo Sputnik grazie a un protocollo stipulato con un ente certificatore russo, l’Istituto nazionale Nikolai Gamaleya di Mosca, strada imboccata dopo che l’accordo con il governo italiano è saltato: avrebbe dovuto ottenere una dose per ciascuna delle 1.700 ricevute dall’Italia. La mancanza di fiale ha fatto scattare il piano di riserva e in tema di rapporti bilaterali ora il governo sanmarinese si mostra titubante sulla possibilità di vendere il vaccino all’Italia e agli italiani. Ad averne diritto, per il momento, sono soltanto gli operatori sanitari frontalieri.

Insomma per quanto tempo ancora Salvini vuole far credere che la piccola Repubblica di San Marino possa aiutare la grande Repubblica dell’Italia a trovare vaccini, quando dovremmo essere noi a fornirglieli?

 

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