Salvini si sta sciogliendo come un pupazzo di neve al sole

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-08-28

L’estate sta finendo e Salvini se ne va. E mentre il leader del Carroccio riprende il suo tour elettorale con la consapevolezza che agli italiani interessa sempre meno andare al voto e sempre di più evitare l’aumento dell’IVA per le paturnie della Lega

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Sono in tanti a telefonare a Matteo Salvini per dirgli che non ne possono più. Tra questi non ci sono sicuramente Donald Trump e i parlamentari del M5S (anche se la Lega non smette di corteggiare Di Maio facendo leva sulla sua ambizione). In queste calde e lunghe giornate che Salvini è costretto a trascorrere al Viminale c’è molto tempo per riflettere (ma già da dopodomani ricomincerà a girare le piazze). Il futuro è incerto, le elezioni per il momento restano lontane e il M5S ha deciso di allearsi con il PD per far nascere un Conte-bis. Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere. 

Salvini, Morisi e la strategia del Monti-bis

Ma Salvini ha capito tutto, ha capito che «c’era un disegno che partiva da lontano, che partiva da Bruxelles, passava per Parigi, per Berlino e Conte non è né più né meno che una riedizione del governo Monti». Provate a canticchiarla sulla base di Penso Positivo di Jovanotti, è orecchiabile. Ma al di là delle trovate propagandistiche sul complotto che partiva da lontano del quale Salvini non si è accorto fino a quando non si è reso conto che la balla della grandissima vittoria alle europee non se la sarebbe bevuta più nessuno quello che resta è un Salvini piccolo piccolo.

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Il leader del Carroccio non è finito e non è certo ridotto ai minimi termini, ma la perdita di popolarità di Salvini nei sondaggi comincia a farsi sentire. Forse gli italiani non hanno gradito la crisi d’agosto – solo il 17% pensa che aprire la crisi sia stato un «bene» – e non hanno abboccato alla storia del complottone contro Salvini. E c’è da capirlo: dopo il governo Monti Salvini prese in mano il partito e grazie alla battaglia contro la Legge Fornero lo portò ai massimi storici. La tentazione di replicare la stessa strategia è grande.

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Certo, la Lega è ancora il primo partito e se si andasse a votare potrebbe vincere le elezioni. Ma in un mese l’indice della fiducia in Salvini è crollato dal 51% al 36%. Il punto è che se il Conte-bis andrà in porto non si andrà a votare e per un politico che più di ogni altro vive di sondaggi e consensi di piazza stare a bagnomaria all’opposizione non è la migliore delle ipotesi. Morisi però è ottimista, si consola con gli insulti e le maledizioni che fioccano sulle pagine del M5S. Ah, se solo si facessero i governi con i “mi piace” e con i commenti.

Come Salvini si sta lentamente sgonfiando (grazie alla crisi di governo che ha innescato)

Alla Bestia non rimane altro che raccontare che PD e M5S hanno paura del voto perché vogliono stare incollati alle poltrone. Ma al momento quello che non si è ancora dimesso da ministro dell’Interno è Salvini. E a proposito di poltrone come lo chiamereste quel leader politico che fa cadere il governo di cui fa parte solo perché ha visto dai sondaggi che se si andasse a votare prenderebbe più voti e quindi più poltrone? Qualcuno lo potrebbe chiamare Matteo Salvini, ma alla Lega respingono nettamente che la crisi di governo sia nata proprio per questo. Anzi: loro volevano sventare un Conte-bis, che non esisterebbe se Salvini non avesse rotto con il M5S.

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Un ridicolo fotomontaggio pubblicato da Luca Morisi (nella foto originale al posti di Renzi c’è Di Maio)

E un’altra bella notizia del dopo-Salvini è anche il calo dello Spread. Il differenziale di rendimento dei nostri titoli di Stato con il Bund tedesco è calato di 56 punti dall’inizio della crisi innescata da Salvini ad inizio agosto. Lo Spread Btp-Bund aveva raggiunto il picco di 240 punti base al culmine della crisi di governo il 9 agosto. Dal 20 agosto, data in cui Conte ha annunciato le dimissioni e la fine del governo gialloverde lo spread ha continuato a scendere fino a toccare i 174 punti base di poche ore fa (ieri aveva chiuso a 184 bp). Una variazione pari a -21,86% rispetto ad inizio anno.

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Un chiaro segnale che a chi investe nel nostro debito la prematura dipartita di Salvini dal Governo non sembra poi così male. Diranno che è il chiaro segnale che i mercati complottano contro Salvini. Noi invece preferiamo dire che se Salvini fosse rimasto al governo finanziare a deficit (ovvero facendo più debito) la sua fantastica manovra da 50 miliardi di euro sarebbe stato molto costoso per gli italiani. Ma le buone notizie non finiscono qui: il Financial Times ha scritto che la nuova Commission Europea avrebbe intenzione di modificare il Fiscal Compact, ovvero le regole del patto di stabilità. Al momento non è stata presa alcuna decisione e il documento in questione è meramente tecnico. Però se le cose dovessero evolvere in quella direzione Salvini perderebbe un’altra arma contro la UE. E alla fine della fiera all’imprenditore del Nord, quello che vende le sue merci in Europa, cosa interessa di più? Avere Salvini al Governo oppure avere più soldi in tasca perché magari la UE allenta le regole sui vincoli di bilancio?

 

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