Salta la mediazione, Ddl Zan in aula il prossimo 13 luglio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-06

Showdown al Senato, si va verso la calendarizzazione del 13 luglio. Salvini accusa Letta di aver fatto saltare il dialogo, Italia Viva vota sì alla calendarizzazione

article-post

Salta la mediazione sul Ddl Zan, il disegno di legge sarà votato in aula il prossimo 13 luglio. La ressa delle ultime ore non è servita a nulla. Le parti non hanno trovato un accordo, così come avrebbe voluto Matteo Renzi, ed ora il disegno di legge senza alcuna modifica andrà in discussione al Senato.

La capigruppo non ha infatti portato ad alcun risultato, dunque martedì sarà discusso in aula il testo così come l’onorevole Alessandro Zan lo aveva depositato. Secondo Matteo Salvini, burattinaio della melina che ha rallentato l’iter parlamentare, le responsabilità della mediazione saltata è tutta del segretario dem Enrico Letta. Nei fatti è stato il Partito democratico, sostenuto da Liberi e Uguali e dal Movimento cinque stelle, a negarsi nei confronti di ogni forma di intervento. La paura, come noto, era tutta legata ai tempi di un eventuale rinvio. Se si fosse ripassati dalla Camera sarebbe stato estremamente difficile chiudere tutte le pratiche prima dell’inizio del semestre bianco.

Il passaggio al Senato: senza la fiducia è voto segreto

Adesso è tempo di showdown a scrutinio segreto. I voti, in teoria, ci sarebbero. Ma come la storia recente ha insegnato, ampie maggioranze si sciolgono nell’urna. Vedi il caso Romano Prodi. Risicate maggioranze, dunque, sono molto facilmente corruttibili. E’ sufficiente che qualche senatore si sottragga all’intenzione di voto del partito perchè il disegno di legge non passi. Il primo voto sarà sulla calendarizzazione, e solo allora si saprà quando l’emiciclo parlamentare sarà chiamato ad esprimersi.

All’appello non dovrebbero mancare i voti di Iv, che ha sempre sostenuto come avrebbe in ogni caso portato avanti la linea del disegno di legge così com’è qualora fosse saltata la mediazione. Dopo questi giorni nell’occhio del ciclone, difficilmente saranno i renziani a mancare all’appello. Ancora più difficile è l’assenza di LeU, considerati i numeri sempre esigui di cui dispone e la radicalità della propria posizione. Quindi i fari sono accesi su PD e M5S. Tra i dem la maggior parte delle preoccupazioni sono rivolte ai componenti di Base riformista, la corrente di eletti fedeli nelle idee alla gestione di Renzi. Nel Movimento invece bisognerà capire se il capogruppo Licheri riuscirà ad unire le fila per portare compatto tutto il gruppo a votare a favore di un provvedimento che si inserisce perfettamente nella policy del Conte bis. Probabile che possa essere così, considerato che i pasdaran pentastellati si trovano soprattutto alla Camera. I senatori sono invece lo zoccolo duro del contismo.

Potrebbe interessarti anche