Opinioni

Sabrina Ferilli spiega a Renzi cos'è la sinistra (pensate come stiamo messi)

dipocheparole 22/06/2016

Con pause ed espressioni da attrice provetta e concetti semplici ma efficacissimi la Ferillona nazionale ha fatto una requisitoria in piena regola nei confronti del premier senza mai chiamarlo per nome durante l’intervista a DiMartedì di ieri sera

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Un’intervista spettacolare, quella a Sabrina Ferilli andata in onda ieri sera a DiMartedì con Giovanni Floris. Un’intervista che arriva dopo che l’attrice, un tempo sostenitrice della sinistra, aveva dichiarato di avere intenzione di votare MoVimento 5 Stelle a Roma al Fatto Quotidiano («I romani hanno votato il Marino scienziato, e abbiamo visto. E prima di lui Alemanno lo screanzato, e nun ne parlamo. Perché devo ritenere irresponsabile dare un voto all’unico movimento che cerca ancora la piazza come luogo di ritrovo, che chiede alla gente di interessarsi alla politica, di prendere parte alle decisioni? Perché lo sberleffo a ‘sta ragazza e ai suoi compagni e tanti salamelecchi ai fetentoni che hanno ridotto la mia Roma a una fogna?»). La Ferilli ha lanciato un’Opa al Partito Democratico a colpi di faccine, viste le tante espressioni che da attrice consumata ha dedicato all’intervistatore che le chiedeva conto delle sue affermazioni, secondo un pattern di comunicazione raffinato e spietato nel j’accuse nei confronti di Matteo Renzi e del Partito Democratico. Mille volte più efficace delle ammuine dei vari Speranza e Bersani e con un romanaccio che è sempre efficace come lingua della politica a Roma. E una severità d’altri tempi:

Sabrina Ferilli asfalta Renzi e si prepara per… di next-quotidiano
«A Roma ho votato Virginia Raggi», esordisce. «Io penso che chi in questo momento sta virando da un’altra parte è il Partito Democratico», replica a Floris che le chiedeva conto della sua virata dopo essere stata un’icona della sinistra, e viene subito interrotta da un applauso che teatralmente accompagna con una pausa studiata. Poi comincia la sua requisitoria: «Io voglio fare un passo indietro. Ci furono le elezioni del 2013 che non permise completamente di poter governare per la sinistra. Dopo di che entrò a gamba tesa l’attuale premier», che lei nemmeno nomina, «dalle tante cariche come lo Zar di Russia. Lui si è trovato in eredità una serie di punti del programma, chiaramente di sinistra: la tutela dei lavoratori, delle classi più deboli, il superamento del porcellum, la centralità del parlamento e non del premier e così via. Renzi sale e inizia ad attuare un programma che era esattamente quello di Berlusconi. La prima cosa che fa è attaccare i sindacati. Io credo che un problema nel sindacato c’è: è sfaldato, sfocato. Ma che un segretario del PD attacchi il sindacato mette paura». E ancora: «Cercare di accontentare tutti senza accontentare nessuno e non rispettare le caratteristiche del Pd è sbagliato. Il PD è un partito sentimentale».
Quando Floris le obietta che il PD aveva però perso le elezioni, la Ferilli torna sul suo punto forte: «Intanto lui sta lì grazie a una vittoria di questo partito sentimentale, tant’è che appena è diventato meno sentimentale guardi come sono finite le elezioni. Il ‘sentimentale’ non è una parola desueta: il PD non deve essere solo rivoluzionario nella forza di cambiare ciò che è iniquo, ma deve mettere al centro della vita le necessità e i bisogno delle persone. Io credo che il PD non lo faccia. Le iniziative del PD, come l’assunzione dei precari, gli 80 euro o l’eliminazione della tassa sulla prima casa, cosa cambiano ai 10 milioni di italiani che non riescono a curarsi perché per fare una TAC devi aspettare sei mesi? Cosa cambia a quei genitori che devono portare a scuola la carta igienica?». Floris fa notare che con gli ottanta euro una famiglia in difficoltà compra uno zainetto. La Ferilli replica: «Ho seguito un’intervista di Padoan in cui il ministro diceva che agli italiani interessava l’uscita della Gran Bretagna dall’euro (in realtà dall’Unione Europea, ndr). Floris, mi guardi», dice. E fa questa faccia qui:

sabrina ferilli DiMartedì

«Io leggevo in un’intervista che secondo Padoan agli italiani interessa l’uscita dell’Inghilterra dall’euro. Floris, mi guardi».


Da attrice consumata strappa la risata e l’applauso dello studio prima di continuare: «Floris, mi guardi. Io non so manco quando votano e sono una benestante, di cultura, appagata sul proprio lavoro. Ma la gente con tutti i problemi che c’ha può mettere al primo posto la situazione inglese? È proprio uno scollamento enorme». Cosa ha fatto Renzi per staccarsi da un elettore come lei?, le chiede Floris. E lei: «Questo. Ho sentito un dibattito tra addetti ai lavori e sui giornali in questi giorni sul fatto che questo fosse un voto di protesta o di cambiamento. Mi dica lei che differenza c’è tra l’uno e l’altro. Lei me lo deve dire perché ce so’ stata parecchio a pensare. Uno che protesta poi vuole cambiare, è consequenziale. “No, no, no”, ha detto il premier. “Questo è un voto per il cambiamento”. Sì, ma sarà anche di protesta perché sennò votavano te». Ma il suo capolavoro recitativo arriva quando Floris le fa notare che tra i meriti di Renzi c’è quello di aver svecchiato il partito: “Adesso ci sono i giovani a dibattere”, dice lui. E lei: «…I giovani? Ahah. I giovani? I giovani d’età», risponde lei evidentemente sfottendo e con questa faccia qui:
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«I giovani? I giovani? Ahah. I giovani d’età!»


Poi continua: «Lì dev’essere successo qualcosa. Lui ha fatto un ragionamento perché si è mosso abolendo tutta una serie di cose che facevano parte del nostro patrimonio, tra cui i comizi e la passione trasmessa sui palchi. Lui tutto questo l’ha tolto e l’ha rinchiuso nella Leopolda, nei piccoli teatri dove si incontrano. Dopodiché, se lei vede, quelli del M5S stanno in piazza tutti i giorni sei volte al giorno. Lui avrà pensato: “La vecchia sinistra…”. Come se la sinistra fosse vecchia o nuova. La sinistra è sinistra. È vitale per i popoli, per la coscienza, per la sopravvivenza». La domanda sul referendum: «Vogliono cambiare la Costituzione quasi di un terzo. Ma in una situazione come questa, con dieci milioni che non si possono curare, milioni di giovanissimi senza lavoro o in povertà assoluta: è questo il momento di dividere un paese sul cambiare la Costituzione? Dicendo che chi è contro vuole la rovina del Paese? Ma questo è mostruoso: perché deve diventare un voto contro di lui? E’ lui che si pone costantemente al centro di tutto, è chiaro che poi diventi te il riferimento su tutto». Floris le chiede dei 5 Stelle, ma Sabrinona non ne vuole sapere di parlare degli altri: «Non posso avere preconcetti per i 5 Stelle. Ma io piuttosto non capisco come parlamentari scelti da Bersani si siano uniformati così tanto, tanti giovani che hanno perso la passione. Lui ha fatto questa scelta di eliminare tutti i vecchi per andare su un centro molto più grande. Che succede? Tu perdi i migliori e gli altri non appena si ricompatta la destra si buttano da quella parte. Perché dovrebbero stare con te?». Infine: «Il partito sentimentale è la volontà di mettere al centro i bisogni primari delle persone. Questo governo continua a non farlo. Levato il gesto – non voglio parlare di elemosina – degli 80 euro non ha ancora infilato le mani nelle vere necessità di questa popolazione. A Roma ci sono zone che non hanno l’acqua o le fogne. Molti dentro il PD nemmeno lo sanno. E poi ti preoccupi che non ti votino? Ma è inevitabile! Non ti sentono più!». La Ferilli ha dimostrato di avere idee più chiare e – soprattutto – capacità affabulatoria di molto superiore ai vari Bersani e Speranza. I concetti che la Ferilli ha espresso, non particolarmente profondi, sono quelli che decine, centinaia di commentatori stanno rimproverando a Renzi in questi mesi, e che a lui, per usare un’espressione ferilliana, j’arimbarzano. Mettiamola così: Renzi si trova in una situazione così disperata che persino la Ferilli può spiegargli, parlando di cuore e sentimenti, cos’è la sinistra.

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