La Russia oggi rischia il default?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-16

Incombono sulla Russia le prime scadenze per il pagamento delle obbligazioni: non è chiaro se il Cremlino le liquiderà in rubli o se chiederà una proroga, aumentando il rischio di finire in default

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Le sanzioni dell’Occidente alla Russia pesano sull’economia di Mosca, e oggi potrebbero esserci ulteriori indizi sulla possibilità che il Paese sceso in guerra contro l’Ucraina per volere del suo presidente Vladimir Putin vada in default, ossia venga riconosciuta la sua impossibilità a pagare i debiti. La multinazionale di servizi finanziari americana Jp Morgan stima che per la giornata di oggi sia prevista una scadenza di pagamenti per 117 milioni di dollari su due obbligazioni pubbliche, da pagare in dollari. Ma la Russia aveva già fatto sapere che tra le “contro-sanzioni” inflitte agli stati “ostili” c’era la facoltà di ripagare i propri debiti in rubli, ad oggi fortemente svalutati per via del conflitto. Il ministro delle Finanze di Mosca, Anton Siluanov, domenica scorsa parlando ai giornalisti che ha giudicato “assolutamente giusto” che il Paese onori il debito estero in rubli, almeno fino a che resterà “congelata” per le sanzioni la metà delle riserve internazionali del Paese, circa 640 miliardi di dollari.

Oggi si scoprirà se la Russia rischia o meno il default per il pagamento dei debiti stranieri

Inoltre, non è chiaro se il Cremlino intenda o meno tener conto del “periodo di grazia” che – come riporta Repubblica – concede un mese di tempo in più per “eventuali problemi tecnici”. La banca d’affari americana Morgan Stanley aveva infatti indicato come il 15 aprile la data nella quale si sarebbe capito se la Russia sia insolvente oppure no. Il default resta comunque “lo scenario più probabile”, secondo il responsabile della strategia sui titoli di Stato dei mercati emergenti, Simon Waever. Fonti di mercato citate dal Sole 24 Ore stimano questa possibilità al 67%. Secondo gli ultimi calcoli di Bloomberg, il pagamento in rubli innescherebbe un effetto domino su altri 150 miliardi di dollari tra titoli di Stato ed emissioni societarie. Sia Gazprom sia Rosneft, due colossi dei carburanti, la settimana scorsa hanno rispettato due scadenze sui bond pagando gli investitori in dollari.

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