Attualità
Roma 2024 e la stazione fantasma di Italia '90
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2014-12-15
La candidatura alle Olimpiadi annunciata dal premier fa tornare alla mente i monumenti agli sprechi realizzati durante le precedenti kermesse. In particolare quella ferrovia tra Valle Aurelia e Vigna Clara che funzionò soltanto otto giorni e costò 80 miliardi di lire
Potrebbe essere considerato un monumento all’incapacità italiana di programmare, ma la stazione Valle Aurelia – Vigna Clara non può non tornare in mente oggi che Matteo Renzi lancia la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Usata per otto giorni durante i mondiali di Italia ’90, costò il modico prezzo di 81 miliardi di lire dell’epoca. La lunghezza totale era di 7,45 chilometri e fa parte di quel clamoroso errore collettivo di gestione che rappresentò l’evento sportivo, dove si applicò in modo sistematico il principio degli appalti senza gara. I cui risultati li abbiamo apprezzati anni dopo.
Il risultato è una serie di opere costruite in fretta e mai realmente finite perché spesso i lavori di risistemazione sono andati avanti fino al momento di una precoce demolizione. A Torino lo stadio delle Alpi è costato 226 miliardi di lire e, dopo una vita molto travagliata, è stato abbattuto nel 2009 perché lo smantellamento era la soluzione più economica. Molta travagliata anche la vita dello stadio San Nicola di Bari. Mentre a Cagliari la ristrutturazione del Sant’ Elia (costata 24 miliardi di lire, oltre il 40 per cento più del preventivato) ha richiesto continue e costose manutenzioni e ora la struttura è a rischio di abbandono (nel 2012 la Commissione provinciale di vigilanza ha dichiarato inagibile lo stadio «per indifferibili esigenze di tutela della pubblica incolumità»). La sindrome dei mondiali ‘ 90 ha colpito anche strutture non sportive. E’ il caso del terminal Ostiense a Roma, rimasto abbandonato fino all’ anno scorso, quando Oscar Farinetti lo ha completamente ristrutturato per farne una sede Eataly. Sempre nella capitale, sono rimaste famosa la Roma Farneto, una stazione ferroviaria urbana usata 4 giorni e costata 15 miliardi di lire (ora è stata abbattuta), e quella di Vigna Clara, altra stazione fantasma con binari utilizzati per pochi giorni e subito abbandonati (Gli scempi delle grandi opere).
ROMA 2024: QUANDO L’ITALIA FA NOVANTA
La storia comincia durante i lavori per i Mondiali di calcio del 1990, quando si pensa a un collegamento ferroviario per lo Stadio Olimpico. Sulla linea per Viterbo si costruisce quindi una diramazione “provvisoria” che volta poco più a nord di Valle Aurelia, a binario singolo che passi attraverso il tunnel di Monte Mario fino ad arrivare a Vigna Clara. Al chilometro 4 + 4” delòla galleria si realizza una stazione: per costruire il tunnel voleranno via 15 miliardi di lire e quattro anni di lavori. La nuova fermata, chiamata Olimpico-Farnesina, è una banchina con annesso tunnel pedonale dalla quale si sbuca per una strada che arriva allo stadio, dopo un attraversamento pedonale della via Olimpico costituito da un ponte tirato su dai genieri dell’esercito. I treni partono a distanza di 20 minuti da Tiburtina, passavano per Tuscolana, Ostiense, Trastevere, San Pietro e sostavano all’Olimpico-Farnesina, dove i passeggeri scendevano: secondo le Ferrovie all’epoca sessantamila persone utilizzarono il servizio; alla fine il treno, vuoto, arrivava a Vigna Clara. A fine partita il treno transitava in direzione opposta per riportare tutti a casa.
Dopo i mondiali le strutture vengono abbandonate e l’anello ferroviario romano si dirama verso altri lidi. I treni sono cessati con la fine dei mondiali, e nel frattempo le due stazioni vengono saccheggiate e vandalizzate. Un’inchiesta del procuratore Giorgio Castellucci su eventuali comportamenti illeciti:
Al termine delle indagini (dicembre 1993) Castellucci chiedeva il rinvio a giudizio per l’ex direttore generale del Ministero dei Trasporti Ercole Incalza, per tre dirigenti generali delle Ferrovie (Arturo Pandolfo, Sandro Cerasoli e Gianfranco Marras), per due ingegneri dipendenti dello stesso ente (Gianfranco Tiberi e Luigi Renzi), per l’ex capo compartimento delle Ferrovie di Roma, Carlo Ianniello, e per l’ingegnere direttore dei lavori Antonio Pacelli: i reati ipotizzati erano abuso d’ufficio e omissione d’atti di ufficio, ma nel 1995 tutti gli imputati sono stati prosciolti in quanto “il fatto non sussiste”. In pratica nessuno poteva essere ritenuto colpevole di tale spreco di denaro (Il Mondo dei treni).
Qualche anno dopo alcuni giovani tentarono di organizzare un Rave in una delle due stazioni, ma vennero fermati. Le Ferrovie hanno promesso ed attuato una parziale riqualificazione dell’area. Oggi qualcuno passa da quelle parti per realizzare filmati di sicuro effetto per Youtube:
Delle notti magiche inseguendo un goal rimangono soltanto questi monumenti agli sprechi. E l’incubo che un giorno qualcuno abbia voglia di ricominciare tutto.
Foto copertina da qui