Sanremo, il vero motivo della censura della RAI a Roger Waters

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-06

Il problema non era quello che avrebbe detto Waters, ma ciò che Waters aveva detto negli anni precedenti e le sue posizioni politiche. E così la RAI ha censurato l’ex Pink Floyd a Sanremo

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La censura del messaggio di Roger Waters a Sanremo effettuata durante la prima serata da parte della RAI è rimasta ancora senza spiegazioni. O meglio, la spiegazione che ha fornito in conferenza stampa il direttore di Raiuno Stefano Coletta è stata che  “Le scalette consegnate ammettono sempre possibilità di variazione, non c’è stata alcuna censura. Quando abbiamo rivisto quella di ieri sera, come direttore ho pensato che il preludio di Waters al monologo di Rula Jebreal fosse uno start davvero ritardante rispetto a un quadro che bastava da sé. Penso non avesse bisogno d’altro”. Ora, è vero che le scalette si cambiano, ma raramente si cambiano dopo che in conferenza stampa il giorno prima si è annunciato un messaggio come è successo all’ex bassista e cantante dei Pink Floyd. E in ogni caso, se è un problema di scaletta, si può sempre recuperare il giorno dopo, se non altro per una forma di rispetto nei confronti di un signore che ha venduto milioni di copie di album che resteranno immortali nella storia della musica, al contrario di tante ridicoli canzoni di Sanremo che però tecnicamente occupano più spazio del suo messaggio.

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In più, si pensava che fosse quanto c’era nel messaggio di Waters ad aver scatenato la mannaia ignorante della RAI. Ma Stefano Mannucci sul Fatto riassume il discorso di Roger Waters e si vede che non c’era nulla di così politically scorrect nel contenuto:

IN QUEI TRE MINUTI di contributo dapprima annunciato e poi mai andato in onda, Waters sottolineava che i diritti delle donne sono diritti umani, e che la battaglia contro gli abusi va sostenuta in ogni modo. Poi ribadiva che lui ama l’Italia,che il nostro è un popolo coraggioso e si complimentava con Sanremo che tanto spazio aveva scelto di dare al mondo femminile. Infine citava una delle sue canzoni più recenti (Waiting for her, contenuta nell’album Is this the life we really want?) ispirata a una poesia dell’intellettuale palestinese Mahmoud Darwish. “Da quella poesia”, spiegava il leggendario rocker, “ho imparato che le donne non basta amarle ma bisogna saperle ascoltare”.

E allora cos’è successo? Il problema non era quello che avrebbe detto Waters, ma ciò che Waters aveva detto negli anni precedenti e le sue posizioni politiche, azzarda il Corriere della Sera in un articolo a firma di Renato Franco:

Il video-messaggio che Roger Waters aveva preparato per Sanremo (doveva introdurre l’intervento di Rula Jebreal) è diventato un caso politico. Perché al di là della versione della Rai («la decisione è stata presa per motivi di scaletta») le ragioni sarebbero altre.E sarebbero legate alle posizioni dell’ex Pink Floyd da sempre considerato un nemico di Israele, arrivato fino a negare la stessa possibilità di esistenza dello Stato.

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In tante occasioni Waters ha espresso la sua durissima opinione: «Ciò che gli israeliani fanno ai palestinesi è simile a quello che gli ebrei dovettero subire nella Germania degli anni 30». Parole naturalmente intollerabili per gli israeliani. La profonda contrarietà sarebbe arrivata alla dirigenza Rai — e anche all’amministratore delegato Salini. Il rocker, che nega i diritti di Israele, e considerato antisemita,non sarebbe stato gradito per la grande visibilità che avrebbe avuto nell’evento televisivo più seguito d’Italia. Così la Rai per evitare l’incidente diplomatico — sarebbe diventato un vero casus belli — ha optato per la scelta di oscurare l’intervento di Roger Waters.

Ecco qui il punto. Per questo la RAI, anche se le posizioni di Waters erano note da prima della conferenza stampa, prima ha annunciato e poi ha censurato.

Leggi anche: Cosa hanno capito i sovranisti del monologo di Rula Jebreal a Sanremo

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