Roberto Spada esce dal carcere e Ostia lo accoglie con i fuochi d’artificio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-10-06

Era stato condannato per l’aggressione al giornalista Daniele Piervincenzi, ma venerdì la sua pena è stata “espiata”

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“Dimesso per espiazione della pena”, anche se contro di lui sono in piedi altre accuse e procedimenti giudiziari ancora in corso. Roberto Spada, uno dei boss del clan che gestisce le attività criminali nel quartiere romano di Ostia, è tornato in libertà. Venerdì scorso ha lasciato il carcere di Tolmezzo, in Friuli Venezia-Giulia, e ha fatto ritorno tra quelle strade e quelle piazze in cui si è consumata l’aggressione che, nel 2018, portò alla condanna a 6 anni di carcere (più 1 di libertà vigilata). E in piazza Gasparri, domenica sera, sono stati esplosi i fuochi d’artificio per “festeggiare” il suo rientro.

Roberto Spada esce dal carcere e Ostia lo accoglie con i fuochi d’artificio

Era il novembre del 2017 quando Roberto Spada colpì con una testata (proseguendo poi nella sua aggressione con l’utilizzo di un tubo di metallo) al volto l’inviato della trasmissione “Nemo” (su Rai 2) Daniele Piervicenzi. Il giornalista si era recato a Ostia, proprio nella zona controllata dal clan Spada davanti alla palestra di boxe che gestiva, per chiedere conto del suo sostegno alla lista di CasaPound che si era candidata alle imminenti elezioni. Quel gesto fece il giro del mondo e, l’anno dopo, Spada fu condannato a 6 anni di reclusione, sentenza confermata anche in Cassazione, più 1 in libertà vigilata. E con due anni di anticipo, la sua pena è stata “espiata”, come confermato dalla motivazione ufficiale scritta sulla lettera che lo ha accompagnato fuori dal carcere di Tolmezzo.

Da venerdì a domenica. Due giorni per fare rientro nella sua Ostia, dove è stata accolto da numerosi fuochi d’artificio esplosi in piazza Gasparri per celebrare il suo ritorno. Il tutto mentre su di lui pendono ancora numerosi procedimenti giudiziari, compreso quello che ha coinvolto buona parte della famiglia Spada. Compresa l’accusa di aggressioni, usura e altre attività criminali perpetrate nel tempo con metodo mafioso.

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