Rita Pavone gliele canta ai Pearl Jam

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-30

La cantante risponde alle critiche dopo il suo tweet sul gruppo di Seattle. E lo dice chiaro e tondo: lei è liberale…

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Rita Pavone non ci sta. La cantante della Pappa col Pomodoro in un’intervista rilasciata oggi a Michela Tamburrano sulla Stampa gliele canta chiare e tonde (è il caso di dirlo) ai Pearl Jam che hanno suonato Imagine in onore dei rifugiati e in polemica con il governo nei concerti italiani. E non ha paura di dirlo, notando anche che il gruppo di Seattle dovrebbe conoscerla perbene:

I Pearl Jam avrebbero detto di non conoscerla.
«Mi conoscono benissimo. Ho cantato per i più grandi show americani con artisti come Duke Ellington e i miei concerti fanno il tutto esaurito nel mondo. Io invece li conosco i Pearl Jam e la loro musica mi piace. Li ascolto con piacere, ma si facciano i fatti loro. E poi, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Io non ho veicolato messaggi politici, non lo faccio mai e non voglio mi si metta in bocca quello che non ho detto. Lo trovo poco etico. Io non sono una scatenata barricadera, scatenata lo sono solo sul palco quando canto. Ma credo che dietro tutto ci sia altro».

C’è però un problema. Il tweet che subito dopo la sua uscita ha cominciato a girare attribuito ai Pearl Jam in realtà non è mai uscito dall’account ufficiale dei PJ: era uno scherzo circolato sull’internet nei giorni scorsi.

rita pavone pearl jam 1

In ogni caso la Pavone prosegue, rispondendo anche a chi la sfotte perché abita in Svizzera:

Lei come si colloca politicamente?
«Sono liberale e non sono indottrinata. Se c’è una battaglia che condivido la faccio mia. Io non seguo i partiti ma il mio cuore e le mie sensazioni. Purtroppo oggi la meritocrazia non esiste, esistono gli agganci in paradiso e basta. E io non li ho mai cercati. Avevo un grande ammiratore che era Palmiro Togliatti e mio padre non era di sinistra, aveva persino votato per la monarchia. Però Togliatti valutava per quello che vedeva e che sentiva. Anche io guardo e vedo, a
differenza di tanti altri che hanno il paraocchi. Perciò dico la mia opinione ma non salgo sui carri vincenti come mi accusano».

Sarà perchè Salvini pubblicamente l’ha lodata.
«Io ringrazio Salvini. A me lui non dispiace per niente. Io dico, lasciamoli lavorare, così avremo modo di capire se stanno operando bene o male. E se non ci piaceranno non li voteremo più. Mi sembra che ci sia troppo pregiudizio contro di loro».

Lei abita in Svizzera, qualcuno ha detto che da quel privilegio è facile parlare.
«Ecco, lo dica chiaro e tondo. Io abito in Svizzera assieme a tantissime altre persone che non sono nate qui. C’è chi vive a Los Angeles, a Londra, non capisco tanto sparlare. Anche perché io ci vivo, non ci porto i soldi di nascosto come altri. Ho il doppio passaporto, significa che voto in Svizzera e in Italia. Significa che quando lavoro in Italia mi trattengono il 30% del guadagnato alla fonte. Tutto dichiarato, tutto perfetto. E rivendico il diritto di dire la mia. anche dalla Svizzera».

Insomma, la Pavone è liberale e non indottrinata. Chissà perché quella volta cascò nella bufala dei venditori ambulanti scappati dalla Rambla prima dell’attentato.

Leggi sull’argomento: Rita Pavone e la bufala dei vu cumpra’ sulla Rambla

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