Perché l'acquisto di un sex toy con i soldi pubblici non è un reato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-23

Il Fatto racconta oggi la storia di Rita Moriconi e della sua (giusta) assoluzione nell’inchiesta sulle spese dei consiglieri in Emilia Romagna. Vediamo perché

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Il Fatto oggi racconta la fine della vicenda di Rita Moriconi, ex consigliera PD in Emilia Romagna, assolta dall’accusa di peculato per un doppio rimborso da 83,5 euro per l’acquisto di un sex toy nell’inchiesta sulle presunte spese ingiustificate della Procura di Bologna. Il titolo dell’articolo, come vediamo, è molto immaginifico mentre il racconto della vicenda è ben più prosaico:

Nel 2010 aveva presentato ben due scontrini per il rimborso di 83 euro spesi per un vibratore. Per i giudici “manca l’elemento psicologico del reato”. In soccorso della Moriconi era arrivatala testimonianza di un suo collaboratore, che si era assunto ogni responsabilità: sarebbe stato lui ad acquistare l’oggetto per regalarlo a un amico, inserendolo per errore tra le spese da rimborsare.
“Non vi è dubbio – si legge nella sentenza – che siano state presentate due richieste di rimborso per il medesimo bene e che l’imputato abbia di fatto vistato la richiesta del suo collaboratore, così consentendo allo stesso di avere il duplice rimborso per una spesa estranea al ruolo”. Ma si tratta “di un caso in cui è certamente carente l’elemento psicologico del reato”.
Assolto anche un altro consigliere dem, Thomas Casadei, che si era fatto rimborsare 1,40 euro per un bagno pubblico. “Una spesa davvero singolare da porre a rimborso – per i giudici – ma effettuata nell’ambito di trasferte relative a impegni inerenti”. Attività politica, insomma.

rita moriconi sex toy
Insomma, anche se a prima vista sembrerebbe così i giudici non hanno sdoganato l’acquisto di sex toys con i soldi pubblici dicendo che non è reato. Hanno invece semplicemente notato che l’acquisto non era stato effettuato dalla consigliera ma da un suo collaboratore – che lo ha ammesso davanti al giudice e ha fatto sapere anche di essere stato licenziato per questo  – che lo ha successivamente registrato come spesa da rimborsare; il fatto che lo abbia fatto per due volte fa comprendere che la donna non si è resa conto di quello che stava accadendo. Per questo manca l’elemento psicologico del reato.

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