La discussione sulla riforma della sanità in Lombardia finisce in ressa e il presidente leghista chiama la Digos | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-29

In consiglio regionale, la decisione della maggioranza di tagliare oltre mille emendamenti e di più di 3900 ordini del giorno dell’opposizione fa scattare dai banchi i consiglieri del Movimento 5 stelle: 9 espulsioni e intervento della Digos per riprendere i lavori

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La tagliola agli emendamenti dell’opposizione sulla riforma della sanità della Regione Lombardia firmata da Letizia Moratti e dal governatore Attilio Fontana fa esplodere la bagarre in aula al Pirellone, al punto da rendere necessario l’intervento della Digos. Il presidente del consiglio regionale, Alessandro Fermi, passato recentemente da Forza Italia alla Lega, ha espulso 9 consiglieri di minoranza dopo una messinscena in aula con cartelloni e slogan. La maggioranza aveva comunicato l’inammissibilità di oltre mille emendamenti e di più di 3900 ordini del giorno sui 4810 depositati dai gruppi di minoranza, cosa che ha scatenato la protesta dei consiglieri del Movimento 5 stelle, fin dal primo momento attivi contro la riforma giudicata troppo favorevole per il settore privato. Il capogruppo Massimo De Rosa ha preso la parola, visibilmente adirato: “Ciò che ha appena detto è inaccettabile. La minoranza, in queste due settimane di lavoro, ha cercato di migliorare la riforma. Questa è una tagliola, e che crea un precedente gravissimo”.

Il Movimento 5 Stelle contro la riforma della sanità in Lombardia

Successivamente alcuni consiglieri hanno srotolato alcuni striscioni in mezzo alla sala, poi hanno occupato i banchi della presidenza e della Giunta esponendo cartelli. Dopo aver comunicato le espulsioni, il presidente leghista ha chiesto l’intervento degli agenti della Digos affinché ristabilissero l’ordine nell’Aula e portassero fuori i 5 stelle. “Per chiuderci la bocca hanno dovuto cacciarci – ha detto De Rosa – perché abbiamo deciso di protestare occupando i banchi, vuoti della Giunta e quelli della presidenza, mostrando con i cartelli le proposte che non hanno voluto ascoltare: meno liste d’attesa, stop nomine politiche, pubblico e privato uguali diritti e uguali doveri”. I lavori sono stati sospesi per circa mezz’ora e sono ripresi coi banchi dei 5 stelle vuoti. I grillini si oppongono al testo, licenziato dalla commissione il 27 ottobre, che prevede meccanismi premianti e penalizzanti come strumenti per incentivare gli erogatori pubblici e privati a perseguire “qualità, appropriatezza e governo dei tempi d’attesa”.

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