Fact checking

Il milione di buco nei rimborsi M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-02-13

L’ammissione dello staff M5S: mancano più soldi di quelli contati all’inizio. E sarebbe errato anche il conto delle restituzioni, perché un impiegato ha sbagliato a fare le somme. Intanto continuano a uscire nomi di sospettati. Tra cui molti insospettabili. E si profila un bel gruppo misto per il prossimo Parlamento

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Perlomeno un milione, forse anche un milione e mezzo. Attraverso il solito comunicato ufficioso dello staff, il MoVimento 5 Stelle ammette che il buco nei rimborsi grillini è più ampio di quello raccontato dai giornali. Anzi, c’è di più: potrebbe esserci stato un errore di calcolo a monte, cioè, nella cifra certificata come restituita dai parlamentari e utilizzata con le foto dell’assegnone per fare propaganda politica dai grillini.

Il milione di buco nei rimborsi M5S

Questo perché, sempre secondo le spiegazioni ufficiose, a tenere il conto e a controllare (si fa per dire) era una sola persona che avrebbe sbagliato le somme sui fogli excel (speriamo che non lo facciano ministro dell’Economia, almeno). Alla cifra di 1,4 milioni di euro – la più ampia mai calcolata – si arriva contando i 530.599 euro che sono il frutto dei tagli dei consiglieri di quattro regioni (Liguria, Emilia, Veneto e Trentino) e 606 mila euro che arrivano dagli europarlamentari, oltre a quelli messi sul conto dai parlamentari che sono stati cacciati o sospesi a tempo determinato dal MoVimento ma hanno continuato a versare. Spiega Ilario Lombardo sulla Stampa:

Tra le persone contattate dallo staff per avere spiegazioni più approfondite c’è anche un fedelissimo di Di Maio: Danilo Toninelli. Secondo l’ex collaboratore della Casaleggio, Marco Canestrari, il deputato avrebbe bonificato sempre la stessa cifra per mesi: 1996,19 euro. Così. secondo l’ex grillino, avrebbero fatto Carlo Sibilia e Vito Crimi. E anche Mario Giarrusso: 1.481,20 euro da aprile a luglio 2015. Nei primi tre mesi il bonifico riporta il timbro della stessa data ma non il Cro, il codice che identifica la transizione.

Nel servizio delle Iene la fonte anonima che ha denunciato gli imbrogli parla di almeno 10 persone coinvolte. Due sono Cecconi e Martelli, il terzo è il senatore Maurizio Buccarella che ieri si è autosospeso accusando i giornalisti di aver complottato contro di lui e raccontando di aver annullato i bonifici appena predisposti perché voleva cambiare banca a causa delle commissioni troppo alte, ma poi non lo ha fatto. Su Barbara Lezzi, altro nome finito nel mirino, c’è più prudenza. La senatrice assicura di essersi già rivolta alla banca, di essere «pienamente innocente» e di «poterlo provare».

Rimborsopoli M5S: gli altri nomi

Sempre secondo La Stampa ci sono altri servizi in arrivo da parte delle Iene: “Anche la modalità di uscita delle prossime puntate (a Mediaset usano il plurale) dovrebbe essere la pubblicazione sul sito, e non la messa in onda tv: un’interpretazione molto discutibile della norma sulla par condicio è stata usata come arma contro Mediaset”. Luca De Carolis e Paola Zanca sul Fatto Quotidiano forniscono l’identikit di alcuni sospettati e ne scagionano qualcun altro:

SI SUSSURRA di una deputata uscente capolista nel Nord e di un suo collega romagnolo. Il sito Supernova accusa il senatore Mario Giarrusso di aver taroccato un bonifico. Ma lui replica: “Una svista del funzionario della banca”. Al Fattoinvece arrivano i bonifici della senatrice Enza Blundo: sul sito mancavano le ricevute dei pagamenti effettuati nel 2015, l’e str at to conto della banca invece dimostra che è tutto regolare.

iene servizio restituzioni 5 stelle

L’anonimo che ha raccontato alle Iene delle restituzioni a 5 Stelle

Giarrusso in un’intervista alla Stampa ha però parlato di uno scellerato impiegato di banca che, reduce da una notte di bagordi, ha sbagliato il suo bonifico. La senatrice Lezzi ha sostenuto che Unicredit non consente di verificare online i bonifici effettuati e quelli annullati.

Il buco con il M5S intorno

E mentre il conto della Rimborsopoli M5S sale a un milione nessuno si fida più di nessuno. La revoca sistematica dei bonifici arriva da «insospettabili». Stefania Piras sul Messaggero elenca il numero dei sospetti e spiega la tecnica utilizzata per scoprirli:

In tutti i casi confermano che i versamenti caricati sul sito poi si sono persi per strada. Nel sito della trasmissione sono stati pubblicati i bonifici incriminati. Quelli di Cecconi risalgono ai primi di febbraio 2016. Quelli di Carlo Martelli sono bonifici apparentemente gemelli, siglati lo stesso giorno il 10 ottobre a venti minuti di distanza e senza la spunta in cui si dichiara di voler ricevere l’esito della transazione.

rimborsopoli m5s milione

L’apertura del Giornale di oggi

Ci sono poi le strane restituzioni fotocopia di Vito Crimi, Danilo Toninelli e Carlo Sibilia. Stesso importo per mesi, e con stipendi,diversi. Confrontando i dati con il sito Maquantospendi.it, (è un sito aggiornato fino a gennaio 2017 che paragona i dati dei rimborsi e delle restituzioni per misurare l’evoluzione delle spese grilline) si può notare come Cecconi avesse iniziato a restituire meno di quanto restituiva in media l’inerro gruppo M5S. Così il senatore Martelli, che almeno fino a gennaio 2017 presenta alti e bassi nella restituzione.

Perlomeno ‘nu milione!

Quindi attualmente la situazione è questa: il Movimento ha chiesto a tutti i parlamentari una certificazione di quanto versato, convocandoli oggi a Roma. Il numero dei “furbetti” è di almeno dieci, tutti ricandidati, molto probabilmente in posizione sicura come per la maggior parte dei parlamentari uscenti. Il M5S sostiene che in qualche modo i cacciati rinunceranno al seggio ma questo non è vero. In primo luogo perché alcuni, come Catello detto Lello Vitiello finito nei guai perché ex massone, ha già fatto sapere che non si ritirerà dalla corsa nel suo collegio uninominale. In secondo luogo perché eventuali dimissioni dovranno essere votate dalle camere di appartenenza e non è detto che vengano accettate perché il M5S non avrà la maggioranza né alla Camera né al Senato.

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La realtà dei fatti dice quindi che ci saranno dodici parlamentari tra Camera e Senato (i dieci dei rimborsi più Vitiello e Dessì) che saranno in Aula iscritti al gruppo misto per almeno qualche anno. Già fuori dal M5S e senza alcuna possibilità di fare politica al di fuori dei grillini perché altrimenti si rimangerebbero la parola data. E con le dimissioni in tasca. Uno sfregio peggiore alla democrazia era difficile immaginarlo.

(L’idea per la copertina del pezzo viene da Cristina su Facebook)

EDIT ore 10,39: Danilo Toninelli su Facebook pubblica questo post:

danilo toninelli

Leggi sull’argomento: Chi è la talpa della Rimborsopoli M5S?

EDIT ORE 13:52 13 febbraio 2018: Barbara Lezzi su Facebook posta questo status di spiegazioni:

barbara lezzi

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