La storia delle accuse di molestie a Richetti e le denunce con cui il senatore ha risposto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-09-17

Fanpage pubblica un articolo in cui una donna accusa un senatore di averla molestata. Poco dopo Calenda respinge le accuse spiegando che Matteo Richetti l’ha denunciata per stalking

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La bolla è scoppiata con l’articolo pubblicato da Fanpage, in cui, senza farne il nome, un senatore viene accusato da Ambra, nome di fantasia, di pesanti molestie sessuali esercitate con battute fuori luogo e messaggi ricevuti, fino ad arrivare a quella che se fosse confermata sarebbe una vera e propria aggressione. Ma la storia era già nota negli ambienti giornalistici e politici, ad esempio Dagospia ne aveva già parlato. E il nome del senatore era il segreto di Pulcinella. Infatti poco dopo la pubblicazione dell’articolo del sito diretto da Francesco Cancellato Carlo Calenda è intervenuto per rispondere e difendere Matteo Richetti, identificandolo come il senatore accusato dalla donna sentita da Fanpage. “Vittima di stalking, ha denunciato”, è stata la replica del leader di Azione.

La storia delle accuse di molestie a Richetti e le denunce con cui il senatore ha risposto

“Da un anno il Senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine. Attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il Senatore e la sua famiglia. Tutto il materiale è in mano alla magistratura” ha spiegato Carlo Calenda dopo la pubblicazione del racconto di “Ambra” su  Fanpage: “Il fatto che un sito di informazione, a dieci giorni dalle elezioni, riporti anonimamente accuse tanto gravi senza avere il coraggio di fare il nome del Senatore, ma pubblicando foto parziali che lo rendono riconoscibile, rappresenta uno nuovo livello di bassezza della stampa italiana. Il Senatore che in questa vicenda è parte lesa, non essendo mai stato neanche denunciato dalla donna in questione, procederà legalmente per difendere la sua onorabilità in tutte le sedi”.

Della denuncia parla anche Fanpage, che però riporta una versione diversa: una ritorsione, dopo che la donna aveva respinto le proposte inappropriate del senatore. Una denuncia portata avanti in tempi celeri per la pressione del personaggio politico, ma senza elementi sufficienti a suo sostegno (i commenti ingiuriosi non c’erano più). E con l’aggravante, sempre secondo quanto riferisce la donna, di un poliziotto accondiscendente. Ambra e Richetti, secondo la versione della donna, si sarebbero conosciuti e frequentati professionalmente, dopo che lui l’aveva fatta entrare nel suo staff. Solo dopo sarebbero arrivate le molestie, quando la donna riesce a lavorare nella forza politica del parlamentare: «È in quel momento che Ambra capisce il ricatto: “Ho fatto quello che volevi, adesso tocca a te”», scrive Fanpage riportando il suo racconto. Non solo: secondo il sito ci sarebbero altre donne, assistenti, a cui sarebbe stato riservato lo stesso trattamento, ma che per paura non hanno voluto parlare alla stampa o denunciare.

Oltre alla denuncia del novembre 2021 di cui parlano Ambra e Calenda poi si aggiunge un altro tassello, raccontato da Adnokronos. Una seconda denuncia presentata alla polizia postale che si riferisce non allo stalking ma proprio al materiale riportato da Fanpage: “Da alcuni mesi sono a conoscenza dell’esistenza di un dossier diffamatorio a mio carico recapitato all’indirizzo di numerose redazioni e testate giornalistiche”, si legge in una denuncia presentata lo scorso 13 settembre alla Polizia postale di Roma dal senatore di Azione Matteo Richetti.

Adnkronos ha visionato la denuncia che ribalta completamente la storia: Richetti afferma che le sue collaboratrici, appartenenti allo staff di Azione, sarebbero state contattate da una giornalista freelance, la quale le avrebbe “invitate” a “rivelare eventuali approcci sentimentali subiti, dichiarando di agire nell’interesse e tutela delle donne”. Richetti poi sostiene di aver parlato con la stessa giornalista, che gli avrebbe letto il contenuto di messaggi a lui attribuiti: messaggi che Richetti bolla come “totalmente artefatti” in quanto “da me né prodotti e né inviati”. Per Richetti si tratta di un dossier “altamente lesivo della mia reputazione oltretutto in considerazione del periodo elettorale e della mia candidatura alle prossime elezioni politiche”. Da qui la denuncia alla Polizia postale, che fa il paio con quella presentata nel novembre 2021 dopo la comparsa di una serie di commenti ingiuriosi sui profili dello stesso Richetti, dei suoi familiari e del partito Azione.

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