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I renziani contro Andrea Orlando
neXtQuotidiano 17/03/2018
Il ministro della Giustizia parla di “elementi di nepotismo e clientelismo che hanno caratterizzato il PD” e poi critica le candidature. I renziani gli rispondono a brutto muso. Lui precisa: “Non ce l’avevo con Renzi”. E allora con chi?
“Dobbiamo riflettere sugli elementi di nepotismo e clientelismo che hanno caratterizzato il nostro partito, riconoscendoli, e dobbiamo ridimensionare tutti gli ego”: Andrea Orlando ha acceso la miccia nel suo intervento alla assemblea di SinistraDem convocata per l’analisi del voto ed è partita in poche ore contro di lui una guerra di dichiarazioni dei renziani, sentitisi chiamati in causa per la frase sul nepotismo e sul clientelismo. Orlando qualche ora dopo ha precisato di non volersi riferire a Matteo Renzi. Ma ormai la polemica era scoppiata.
I renziani contro Andrea Orlando
Anche perché le parole successive di Orlando, con il riferimento alle candidature che in effetti erano state gestite dal segretario con molte lamentele da parte del ministro: “In questa sala si è consumato un capitolo buio, noi chiediamo che passaggi come quelli non si possano più determinare, perché il pluralismo è stato sacrificato nelle lista come tutti coloro che avevano disturbato il manovratore”, ha detto poi Orlando. Scatenando così la reazione dei renziani. In prima fila Anna Ascani: “Che un ministro della Giustizia in carica parli in un’occasione pubblica di ‘clientelismo e nepotismo’ riferendosi al suo partito è qualcosa di gravissimo e senza precedenti”. E ancora: “Sarebbe bene che Orlando si scusasse con la comunità che gli ha consentito di occupare in questi anni diverse posizioni di potere e che ha vergognosamente offeso. Capisco che il boom dei 5 stelle abbia sdoganato un certo tipo di linguaggio, ma non credo che il miglior modo per far “ripartire” il Pd sia adottare i metodi e gli insulti dei peggiori tra i grillini”.
La deputata ex lettiana ha risposto anche a Gianni Cuperlo ribadendo la linea del partito sull’opposizione e segnalando che sarebbe anche un tantino antidemocratico andare al governo per impedire a chi ha vinto di realizzare il suo progetto sovranista. Anche il deputato PD Franco Vazio ha voluto farsi sentire contro Orlando: “Le parole di Orlando sono gravi perché arrivano solo dopo essersi messo in sicurezza e aver concordato per i suoi posizioni soddisfacenti. Il tempismo delle sue critiche è singolare, sembra quello di chi, dopo aver ottenuto quello che voleva, tenta anche di scaricare le proprie scelte su altri”.
Le successive spiegazioni di Andrea Orlando
All’attacco su Twitter va anche il turborenziano Luciano Nobili: “Orlando è nelle stanze di comando del PD da quando è nato. È al governo da quando lo siamo (anche con Berlusconi. Oggi il ministro della Giustizia Orlando ha pronunciato parole gravissime sul nostro partito. Deve le sue scuse a un’intera comunità”.
In serata è arrivata la risposta di Orlando: “Sono sorpreso dagli attacchi, in alcuni casi dalle vere e proprie aggressioni, che mi hanno rivolto i renziani. Il ragionamento che ho fatto non era assolutamente riferito a Renzi. Dando una lettura al voto ho solo detto che al sud possono aver pesato fattori di familismo e clientelismo che caratterizzavano il Pd prima di questa stagione e che rischiano di sopravvivere a questa stagione del Pd. Non ho accostato questo dato a questa fase o a questa dirigenza. Se si pensa di cancellare questo problema, sollevato anche da molti esponenti della maggioranza renziana, attaccando me lo si può anche fare. Ma io temo che i fatti siano più forti delle polemiche e il nostro sforzo unitario dovrebbe essere indirizzato a superare questi limiti”.