Fatti
Renzi, l'Italicum, la fiducia e Mussolini
neXtQuotidiano 28/04/2015
Il governo va alla prova di forza con il Parlamento e il Partito Democratico. Le opposizioni insorgono. Civati annuncia che non voterà la fiducia, D’Attorre pure. Opposizione all’attacco, FI e grillini paragonano i renziani ai fascisti. Bersani: «In gioco la democrazia»
«La Camera può mandarmi a casa, se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui provo a cambiare il Paese»: così su Twitter Matteo Renzi annuncia la fiducia sull’Italicum dopo l’ok del governo e la comunicazione in aula del ministro Maria Elena Boschi. E così il dado è tratto nella guerra dell’Italicum che il premier ha ingaggiato, forte di una maggioranza piena nei numeri, con il suo partito e con l’opposizione. I toni drammatici di Renzi sembrano l’esatto contrario della situazione politica che si determinerà con la fiducia, che dovrebbe ricompattare il partito convincendo sicuramente parte di quella minoranza del Partito Democratico che già non aveva dimostrato toni così bellicosi. Ora, con il governo Renzi di mezzo, dovrebbe essere ancora più facile chiudere la partita sull’Italicum.
MATTEO RENZI E LA FIDUCIA SULL’ITALICUM
E infatti soltanto Pippo Civati parla per annunciare che non voterà la fiducia dopo l’annuncio della Boschi: «Una scelta forzata, non giustificata da nessun elemento, né numerico, né politico», scrive sul suo blog. Invece l’opposizione si arrabbia tanto. Manlio Di Stefano, deputato M5s posta un video in cui opera paragoni con il fascismo: “Solo due volte era accaduto, la prima con Mussolini con la Legge Acerbo e poi la cosiddetta Legge Truffa del ’53. L’articolo 72 della Costituzione esclude questa possibilità! Il Presidente Mattarella intervenga adesso o taccia per sempre perche’ non sara’ piu’ necessario il suo intervento sotto una dittatura conclamata.Il limite è stato superato, il fascismo si instaurò in Italia esattamente allo stesso modo”. “Credo nel Pd, sostengo il governo, ma oggi mi sento colpita. Sino all’ultimo ho dato una mano per tenere aperto uno spiraglio ed evitare un vulnus, la fiducia, al percorso parlamentare. Detto questo sono gravissimi gli argomenti di Forza Italia, che e’ peraltro protagonista di un voltafaccia. Nelle istituzioni toni e stili non sono secondari”, afferma in una nota la deputata del Pd Barbara Pollastrini, esponente della componente di minoranza SinistraDem. Non consentiremo che quest’aula diventi un bivacco di manipoli renziani. Non consentiremo il fascismo renziano», afferma in Aula alla Camera con toni grillini il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta. «Il fascismo tanto aborrito dall’ipocrita sinistra fa comodo quando serve a fare precedente eh? La Legge elettorale di Renzi è come la legge Scelba che fu voluta da Benito Mussolini per assicurare al Partito Nazionale Fascista una solida maggioranza parlamentare. La procedura di approvazione è pure la stessa. Ma per questo parlamento e questo presidente della repubblica è tutto a posto. Pensateci quando la prossima volta lanceranno i loro indignati strali palpitanti di dolore compassionevole per le vittime di una qualunque dittatura», dice invece Roberta Lombardi.
RENZIANI ALL’ATTACCO
“Chi vuole mandare a casa Renzi e fermare il cambiamento, puo’ respingere l’Italicum e negare la fiducia al governo. Potra’ farlo a viso aperto, e non nascondendosi con il voto segreto”, dice invece il senatore renziano del Pd Andrea Marcucci intervenendo a Skytg24 Pomeriggio. “Sulla legge elettorale – sottolinea – si sta giocando una partita diversa. i fautori della palude hanno utilizzato il confronto sull’Italicum per raggiungere altri obiettivi. Il governo aveva previsto un accordo tra i gruppi, senza il ricorso al voto segreto non sarebbe stata posta la questione di fiducia. Emblematica la reazione di Renato Brunetta, Forza Italia in Senato ha votato il testo, che il capogruppo oggi ha definito espressione del fascismo renziano”, conclude Marcucci. Intanto i deputati del M5s hanno urlato insulti (“coglione”, “vai a fare in culo”, ecc) al vice capogruppo vicario del Pd, Ettore Rosato. “Non avevo dubbi che avrebbero messo la fiducia. Qui il governo non c’entra niente, è in gioco una cosuccia che si chiama democrazia. Ora decideremo insieme che fare e poi deciderò io perchè ognuno deve assumersi le sue responsabilità”, dice invece Pier Luigi Bersani. Anche Alfredo D’Attorre di Area Riformista fa sapere che non voterà la fiducia.