In Iran è stata demolita la casa dell’atleta Elnaz Rekabi, la scalatrice che aveva gareggiato senza velo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-12-04

Elnaz Rekabi è nota per aver gareggiato senza indossare il velo alle competizioni internazionali di arrampicata di Seul dello scorso ottobre

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La casa dell’atleta iraniana Elnaz Rekabi, nota per aver gareggiato senza indossare il velo alle competizioni internazionali di arrampicata di Seul dello scorso ottobre, è stata rasa al suolo. Non indossando l’hijab aveva disobbedito alle imposizioni della Repubblica islamica. Secondo quanto riporta IranWire, l’abitazione della famiglia della scalatrice è stata demolita da funzionari governativi. Un video ottenuto dalla CNN – e che circola anche sui social – mostra l’abitazione distrutta e le medaglie vinte da Rekabi gettate per terra. La persona che filma descrive l’accaduto e nel video si vede anche il fratello di Rekabi, Davood, che piange.

Non è chiaro quando sia avvenuta la demolizione. La CNN scrive che non ha potuto verificare se sia stata distrutta per ordine del governo, in quanto nessuna autorità iraniana né i media allineati al governo hanno commentato pubblicamente la vicenda.

La storia di Elnaz Rekabi

Il video della gara a Seoul in cui Rekabi indossava una fascia per capelli e aveva i capelli raccolti in una coda è diventato virale sui social media e i media internazionali hanno parlato del suo gesto, quello di non indossare l’hijab, come un coraggioso atto di protesta. Quando l’atleta è tornata in Iran è stata accolta calorosamente all’aeroporto internazionale Imam Khomeini di Teheran da una folla che cantava “Elnaz the hero”, ma c’erano già alcune preoccupazioni riguardanti le possibili conseguenze della sua decisione di non indossare l’hijab. Nei giorni successivi Rekabi ha detto- sia sul suo account Instagram sia nelle interviste – di aver gareggiato “accidentalmente” senza il velo che l’Iran impone di indossare alle donne che rappresentano il Paese all’estero. Secondo la CNN non è chiaro se Rekabi sia stata costretta dalle autorità iraniane a rilasciare queste dichiarazioni.

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