“Falsificavano il registro della funivia”: la fune spezzata è stata ritrovata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-29

È stato ritrovato uno dei due capi della fune spezzata della cabina precipitata della funivia al Mottarone. E la procuratrice Olimpia Bossi afferma che il ‘registro giornale’ delle verifiche e prove giornaliere è stato falsificato

article-post

È stato ritrovato uno dei due capi della fune spezzata della cabina precipitata della funivia al Mottarone, ora al vaglio del consulente incaricato dalla procura di Verbania. Intanto la procuratrice Olimpia Bossi afferma che il ‘registro giornale’ delle verifiche e prove giornaliere è stato falsificato.

La fune spezzata della funivia al Mottarone è stata ritrovata

La fune trainante è l’innesco del disastro e da quell’elemento, poco più grande del tappo di una bottiglia d’acqua, il consulente incaricato dalla procura di Verbania parte per cercare di dare una spiegazione alla tragedia della funivia del Mottarone dove domenica 23 maggio hanno perso la vita 14 persone. Nel pomeriggio di ieri, accompagnato dai carabinieri e personale esperto in soccorso alpino, il docente di meccanica aerospaziale Giorgio Chiandussi del Politecnico di Torino ha visionato l’intero impianto della funivia Stresa-Mottarone soffermandosi in particolare sulla fune che sarà al centro dell’accertamento che chiederà la procura di Verbania. Il cavo tranciato non sembrerebbe presentare anomalie di facile individuazione, non si esclude che verranno presi contatti con il produttore per percorrere ogni strada verso la verità. I controlli di manutenzione risultano in regola e non si sarebbero mai riscontrato problemi in precedenza. Eppure la fune su cui era attaccata la cabina numero 3 che presentava il blocco dei freni si è spezzata e ora è avvolta dal nastro bianco e rosso che delimita l’area sotto sequestro. Proprio il cosiddetto ‘forchettone’, la ganascia che blocca i freni di emergenza, è stata coperta con un grande telo su indicazione del consulente. E tra quegli elementi meccanici, rimasti più o meno integri dopo l’impatto al suolo da circa 20 metri, che si dovrà trovare la risposta al disastro. Spiega la Stampa:

Quello che si sa è che la fune era in servizio dal 1998. L’ultima ispezione è datata 20 novembre 2020. «Il rapporto di ammissibilità sullo stato della fune» firmato dalla Sateco di Torino è stato depositato dall’Ustif, cioè dall’ufficio territoriale del ministero dell’Interno che si occupa di questo genere di ispezioni. La fune presentava alcuni segni di usura, ma tutti compatibili con il funzionamento in sicurezza. Ora, però, c’è una fotografia agli atti dell’inchiesta – una fotografia che la Stampa pubblica oggi a corredo di questo articolo – che mostra il punto di cedimento. La fune è completamente sfilacciata. Il tratto che ha ceduto è quello sottoposto al maggior sforzo, subito dopo la cosiddetta «testa fusa», cioè dove si aggancia alla cabina. Capire cosa sia successo e perché si sia strappata proprio lì è, adesso, il compito dei periti. Ma è il punto più difficile da verificare con i macchinari adatti. Un punto che spesso deve essere controllato solo a vista

Proprio per questo, trattandosi del tratto più vulnerabile, il Ministero ha disposto la sostituzione della “testa fusa” ogni 5 anni. Al Mottarone l’ultima sostituzione è avvenuta nel novembre 2016, quindi la prossima ci sarebbe dovuta essere tra sei mesi circa.

fune mottarone perché si è spezzata
Fonte: frame da servizio Tg1

 

“Falsificavano i registri della funivia”

Le carte in apparente ordine, ma la realtà sulle condizioni della funivia del Mottarone potrebbe essere molto diversa dopo la confessione di Gabriele Tadino che ha ammesso, dopo il disastro in cui domenica 23 maggio hanno persone la vita 14 persone, di avere manomesso più volte, almeno nell’ultimo mese, il sistema frenante di sicurezza che scattava ripetutamente con il rischio che la cabina potesse fermarsi nel mezzo del percorso, ma soprattutto che la struttura fosse costretta a chiudere per manutenzione. Una soluzione “per ragioni di carattere meramente economico e in assoluto spregio delle più basilari regole cautelari di sicurezza”, scrive il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi nella richiesta di convalida del gip che domani, in carcere, interrogherà il gestore dell’impianto del Mottarone Luigi Nerini, il capo servizio Tadini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio.

Funivia Mottarone
foto IPP/imagostock/Xinhua/VDF

Nella richiesta con cui si chiede la conferma del carcere, si evidenzia come il ‘registro giornale’ delle verifiche e prove giornaliere, che riporta gli interventi a partire dal 7 ottobre 2020, si sia dimostrato falso dopo le dichiarazioni di Tadini che non avrebbe segnalato le anomalie del sistema frenante almeno il 22 e 23 maggio scorso. In tal senso, secondo la procura – che disporrà accertamenti irripetibili sul cavo spezzato per stabilirne la causa e l’eventuale collegamento con il malfunzionamento dei freni – , “sono necessari ulteriori accertamenti” su quei registri “volti a verificare la eventuale avvenuta alterazione anche di altre annotazioni, riferite a date ed eventi diversi nonché a stabilire il verosimile coinvolgimento anche degli altri due indagati, attesi i rispettivi ruoli, nella falsificazione del suddetto atto pubblico”.

Potrebbe interessarti anche