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Vasco Rossi presta musica e parole alla campagna per il referendum sull’eutanasia legale | VIDEO

neXtQuotidiano 09/07/2021

Al via la raccolta firme. L’obiettivo delle 500mila adesioni da raggiungere entro 30 settembre

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Una mano che sintonizza la radio su “Vivere” di Vasco Rossi, mentre un uomo malato è sdraiato in un letto. Inizia così lo spot realizzato dall’Associazione Luca Coscioni per dare il via al referendum eutanasia legale. Il cantante di Zocca ha concesso la propria voce e la propria musica per sostenere questa battaglia che, nei giorni scorsi, ha visto scendere in campo moltissimi personaggi del mondo dello spettacolo e dell’informazione.

Referendum eutanasia legale, lo spot sulle note di Vasco Rossi

Giobbe Covatta, Maurizio Costanzo e Fedez hanno dato il via alla campagna referendaria che nei prossimi giorni coinvolgerà moltissime piazze italiane con gazebo e punti di informazione. “Nelle prime settimane abbiamo raccolto tantissime firme e adesioni ma per raccogliere 500.000 firme dobbiamo essere molti di più – ha spiegato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni che ha dato il via al referendum Eutanasia legale, in una nota -. Ci appelliamo alla cittadinanza per rafforzare sempre di più la nostra rete chiedendo di unirsi e partecipare direttamente e a comunicarci la disponibilità come volontari o autenticatori a questa grande battaglia di civiltà”.

Perché mentre in altri Paesi – come la Spagna – si è arrivati a una netta svolta rispetto al passato, da noi ancora si tentenna. In Italia non c’è una legge e nonostante i primi passi mossi in Parlamento (e solo dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione), il cammino per una norma specifica sembra ancora troppo lungo per via delle diverse anime che vivono all’interno di Camera e Senato. Per questo motivo, l’unico modo per dare un’accelerazione a questo iter è dare il via a una raccolta firme per poi depositarle e chiedere un referendum. L’obiettivo è quello di raccogliere (entro il 30 settembre) 500mila firme.

“È il momento di mettercela tutta, perché da questo Parlamento non possiamo aspettarci una legge. Unico ostacolo infatti è il ceto politico, unico potere che può impedire di arrivare al referendum – ha spiegato ancora Marco Cappato -. La gente comune sa già di cosa stiamo parlando meglio dei politici. Sa che stiamo parlando di potere evitare di soffrire alla fine della vita per chi lo vuole e lo decide. Per questo senza che ci sia mai stato un grande dibattito in aula, stiamo rilevando un grande entusiasmo della gente intorno all’iniziativa. Basta infatti aprire un tavolino e in tutta Italia e si crea la coda per firmare. La gente sa di cosa si parla, e questa è la nostra forza, perché si riconosce nelle storie di fine vita, come quella di Daniela, la donna 37 anni, affetta da una grave forma di tumore al pancreas, che avrebbe voluto poter scegliere di porre fine alle sue sofferenze, ma non ha fatto in tempo ad andare in Svizzera per ricorrere al suicidio assistito

(foto: da Associazione Luca Coscioni)

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