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Il governo vuole cancellare il reato di clandestinità

Alessandro D'Amato 08/01/2016

«Così sarà più facile individuare e colpire i trafficanti di esseri umani», afferma il procuratore nazionale anti-mafia e anti-terrorismo Franco Roberti in un’intervista a Repubblica

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Se si depenalizza il reato di immigrazione clandestina, introdotto con la legge Bossi-Fini nel 1998, “sarà più facile individuare e colpire i trafficanti di esseri umani”: lo afferma il procuratore nazionale anti-mafia e anti-terrorismo Franco Roberti in un’intervista a Repubblica. Secondo il quotidiano il Governo, su iniziativa del Guardasigilli Andrea Orlando, è in procinto di abrogare la criminalizzazione dell’immigrazione clandestina. E il procuratore spiega: “Non v’è dubbio che è molto più utile per le indagini e per accertare la responsabilità di soggetti colpevoli di traffico organizzato di migranti poter esaminare i clandestini solo come persone informate sui fatti, con riflessi positivi sulla speditezza, efficacia e legittimità delle indagini contro i trafficanti”, anziché come indagati di immigrazione clandestina. Una fattispecie di reato che, per Roberti, non ha svolto una funzione dissuasiva sull’immigrazione clandestina: “Stando ai dati constato che non sembra proprio che la norma l’abbia svolta”.

Il governo vuole cancellare il reato di clandestinità

Scrive Liana Milella su Repubblica che già oggi il governo avrebbe voluto depenalizzare il reato, con il guardasigilli Andrea Orlando che appoggia l’iniziativa mentre i procuratori di frontiera alle prese con i trafficanti di esseri umani la chiedono:

Quelle quindici righe cancellano l’articolo 10bis del testo unico sull’immigrazione del 1998, la famosa Bossi-Fini, emendato però sul punto dal decreto sicurezza del 2009. Pieno governo Berlusconi, al ministero dell’Interno Roberto Maroni, alla Giustizia Angelino Alfano. Vollero, e votarono, il reato di immigrazione clandestina, poi ripetutamente bocciato dall’Unione europea, perché non punisce un comportamento, ma uno status, quello di clandestino appunto.
Il giorno buono della cancellazione avrebbe potuto essere già oggi. Il decreto legislativo di Orlando sulla depenalizzazione è pronto, una dozzina di articoli tra cui il nostro articolo 4, “modifiche in materia di disciplina dell’immigrazione”. Una riga secca, la terza, per dire che “l’articolo 10bis è abrogato”. Ma un diavolo s’è messo ancora di traverso. Ancora un rinvio, pare alla prossima settimana, al consiglio dei ministri del 15 gennaio. Ufficialmente solo un problema tecnico, ufficiosamente il vero ostacolo si chiama Ncd, il partito di Alfano, oggi titolare dell’Interno, che non accetta di cancellare il reato.

In realtà però già nell’agosto scorso si parlava del reato di clandestinità e si ricordava che la delega scadeva a ottobre: «Secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, il governo non ha ancora esercitato la delega contenuta nella legge n.67 del 2014 che affidava all’esecutivo il compito di abolire il reato di clandestinità introdotto nell’ordinamento dalla Lega nel 2009. La legge venne pubblicata in G.U. il 5 maggio 2014 e la delega scade a ottobre. Il testo sarebbe da tempo sul tavolo del Guardasigilli Orlando». Entrato in vigore nel 2009 per volontà dell’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, il reato di clandestinità è da sempre uno dei provvedimenti più contestati in materia di immigrazione. In particolare l’Asgi, l’associazione studi giuridici sull’immigrazione, ne chiede da tempo l’abolizione. considerandolo nei fatti un “reato inutile” perché punisce la condizione di irregolarità nell’ingresso e/o nel soggiorno all’interno del territorio dello Stato con una pena pecuniaria da cinquemila a diecimila euro. Una contravvenzione dunque, e non un delitto, che non rende possibile applicare alcuna misura cautelare (la denuncia è a piede libero).

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