Attualità

Il razzismo contro i figli adottivi di colore in Italia

neXtQuotidiano 06/08/2019

Centinaia di denunce in tutta Italia, crescono insulti e minacce: “I ragazzi diventati un bersaglio” “Alla mia Saron al mare hanno detto che è una prostituta come tutte le nere. Non vuole più uscire sola”

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Uno dei tanti effetti collaterali del salvinismo è il razzismo contro i figli adottivi di colore in Italia. Lo racconta oggi Maria Novella De Luca su Repubblica, spiegando cosa sta succedendo dalle nostre parti:

Centinaia di episodi. Quasi tutti contro ragazzi adolescenti adottati in Africa, quando l’Italia era ai vertici per numero di adozioni internazionali e il nostro paese considerato (ancora) sicuro per un bambino con la pelle scura. Centinaia di mamme che si mettono in rete e decidono di rompere il silenzio. Ragazzi cacciati dagli autobus, ragazzi che non vanno più a scuola da soli, ragazzi che si ammalano di vitiligine, una malattia dermatologica che “sbianca” la pelle.

Paola insegna all’università. Crede nella cultura, nel dialogo. «Ma pochi giorni fa c’è stato un altro episodio: ero in auto con mia figlia. La polizia ci ha fermate, ma invece di chiedere a me i documenti, visto che ero al volante, gli agenti sono andati subito da lei, nera, chiedendole se era in regola. Capite? Mi sono infuriata, ho detto che lei era mia figlia, cittadina italiana, minorenne. A quel punto hanno cambiato tono, dicendomi che avevano ricevuto quel tipo di ordini». Cioè fermare e identificare chi ha la pelle nera.

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Il razzismo contro i figli adottivi in Italia (La Repubblica, 6 agosto 2019)

Ma è ancora più drammatico il raccontò di Saron, 16 anni, nome di fantasia, anche lei adottata in Africa a 2 anni. È una ragazzina timida, brava a scuola, da grande vorrebbe fare il magistrato. «Due uomini sulla spiaggia hanno iniziato a insultarmi dicendo che noi nere veniamo in Italia a fare le prostitute. “Vieni con noi in cabina, facci vedere quanto sei brava”, mi dicevano”». Saron ormai in spiaggia da sola non ci va più. «Io vorrei solo vivere la vita di tutti miei coetanei, come facevo prima. Vorrei diventare invisibile, sparire, fino a quando questo brutto periodo non passa».

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