Attualità
Raimondo Caputo aggredito in carcere
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2016-05-01
L’uomo accusato di aver ucciso Fortuna Loffredo è stato aggredito a calci e pugni e salvato dalla polizia penitenziaria. Poi è stato trasferito in isolamento
Raimondo Caputo, 43 anni, l’uomo accusato di aver violentato e ucciso la piccola Fortuna Loffredo, di 6 anni, a Parco Verde di Caivano (Napoli) il 24 giugno 2014, è stato aggredito da altri detenuti nella cella in cui si trovava. Ne parla con Repubblica il Procuratore di Napoli Nord, Francesco Greco, che precisa che Caputo “presenta i segni dell’aggressione, ma nulla di grave”. Caputo è stato quindi trasferito in cella di isolamento per motivi precauzionali per la sua incolumità.
Raimondo Caputo aggredito in carcere
L’aggressione – ha riferito il Procuratore Greco – è avvenuta nella giornata di ieri in circostanze sulle quali – ha sottolineato Greco – indagherà la Procura della Repubblica di Napoli, che è competente per territorio. Subito dopo l’aggressione – si è saputo da fonti penitenziarie – Caputo è stato trasferito in una cella di isolamento al terzo piano del padiglione “Roma” di Poggioreale, nella sezione “sex offenders” nella quale si trovano le persone accusate di reati sessuali. Non si è saputo se il trasferimento è stato disposto dall’autorità giudiziaria, dall’amministrazione penitenziaria o se è stato lo stesso Caputo a chiedere di essere ristretto in una cella singola. “Sicuramente – ha aggiunto Greco – nei prossimi giorni avremo contatti con la Procura di Napoli perchè, ai fini della nostra inchiesta, ci interessa sapere modalità e cause che hanno portato a questa aggressione”. Al momento della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio della piccola Fortuna, venerdì scorso, Caputo era già detenuto nella casa circondariale di Poggioreale, dove si trova dal novembre 2015 perchè accusato di concorso in violenza sessuale ai danni di una delle figlie della sua convivente, che è invece agli arresti domiciliari. Sono stati gli agenti penitenziari a salvare dall’aggressione dei compagni di cella Caputo. “L’uomo – spiega il segretario generale del Sappe, Donato Capece – era recluso nel reparto che accoglie i ‘sex offender’. Alcuni di loro ieri lo hanno aggredito a calci e pugni e solo il pronto intervento degli agenti penitenziari ha evitato per lui danni più gravi”. “Questo – aggiunge Capece – dimostra la professionalità e la dedizione del corpo di polizia penitenziaria che opera all’interno delle carceri pur in una situazione difficile di carenza di organico”.