Così Virginia Raggi deve sfrattare la madre di Paola Taverna

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-09

La mamma della senatrice vive in una casa popolare, ma per il Campidoglio non ne ha diritto: “Possiede altri immobili”. La vicepresidente del Senato: “Quelli sono miei, è accanimento”

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Virginia Raggi ha un piccolo problema di diplomazia da risolvere con la pacatissima senatrice del MoVimento 5 Stelle Paola Taverna. Il problema è: la mamma della Taverna. La quale abita  in una casa popolare, ma per il Campidoglio non ne ha diritto perché possiede altri immobili. La famiglia della senatrice però si è opposta con ricorso:  «Il patrimonio della signora Bartolucci rientra nei requisiti di legge e non supera il valore ai fini Ici imposto dalla normativa — spiega nel ricorso — non è corretto includere anche quelli di Paola Taverna, perché la convivenza si è conclusa nel 1998». La storia la racconta oggi Fabio Tonacci su Repubblica:

Secondo i dirigenti del Campidoglio, infatti, la signora Graziella Bartolucci da anni vive in un appartamento Ater, nel quartiere Prenestino, dove non potrebbe più stare. Da anni gode di un affitto agevolato (in media per questo tipo di alloggio si pagano 100-150 euro al mese) cui non avrebbe più diritto, visto il reddito di cui dispone la famiglia Taverna. Da anni, infine, occupa una casa che il Comune avrebbe potuto assegnare a qualcun altro, pescandolo dalle sempre nutrite liste di attesa.

Per capire bene i contorni di questa storia, che mette in imbarazzo il partito di Di Maio, bisogna leggere la Determinazione dirigenziale del 23 gennaio 2018, firmata da Aldo Barletta, direttore dell’“Ufficio Erp e Decadenze”. Sono quattro pagine molto dure, che travolgono la famiglia Taverna, perché le imputano di avere diversi immobili, tra cui «un alloggio sito nel Comune di Roma adeguato alle esigenze del nucleo familiare». Dunque di trovarsi in una classica situazione di “esubero di reddito” e di appartenere alla vastissima categoria di inquilini che continuano a pagare affitti irrisori pure quando le loro condizioni economiche imporrebbero l’obbligo di trovarsi altre sistemazioni.

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La signora Bartolucci possiede un terzo di una abitazione di sei vani ad Olbia e, fino al 2010, è stata proprietaria di 4/6 di un fabbricato nella stessa zona di Roma dove ha la casa Ater. La senatrice, invece, oltre a due quote negli stessi immobili della madre, risulta proprietaria (insieme al marito) di un piccolo locale commerciale di 28 metri quadri sempre al Prenestino e di una casa di quattro vani (acquistata nel 2011) nel quartiere Torre Angela. Loro si sono opposti, fuori tempo massimo:

Avendo Paola Taverna mantenuto la residenza nella casa Ater fino al giugno del 2012, così risulta all’Anagrafe, non ci sono margini di manovra. «Mi dispiace per mamma, ha ottant’anni ed è malata — dice a Repubblica la senatrice — non so come fare a dirglielo, temo per la sua salute. Per le contestazioni che ci fanno, la nostra versione è nel ricorso del mio avvocato. Dopodiché, boh, secondo me c’è stato accanimento…».

La palla ora passa alla sua compagna di partito, la sindaca Raggi. La determinazione dirigenziale è ancora ferma al Dipartimento delle Politiche abitative. Non è stata classificata «di immediata esecuzione». Se la madre della senatrice non lascia la casa, servirà un’ordinanza di sfratto.

Come al solito è sempre un complotto degli altri.

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