La profuga ucraina che si sveglia dal coma ascoltando una canzone dei Maneskin

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-06

Una 16enne profuga ucraina si è svegliata dal coma al Cto di Torino dopo aver ascoltato una canzone della sua band preferita, i Maneskin

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In seguito a un’incidente stradale avuto mentre cercava di fuggire dall’Ucraina, nel quale suo padre ha perso la vita, una 16enne è entrata in coma. All’ospedale Cto di Torino, dove è stata trasportata da Leopoli grazie ai volontari dell’associazione di MirNow, si è risvegliata tre mesi dopo ascoltando un brano dei Maneskin. “È una loro grande fan e ieri sera, ascoltando una loro canzone, ha espresso emozione”, ha spiegato il direttore della struttura complessa di neuro-riabilitazione Maurizio Beatrici. Lo scorso 24 febbraio, in fuga dalle bombe che hanno distrutto casa sua a Kyiv, la giovane ha riportato un trauma cranico e vertebrale dopo che suo padre ha avuto un colpo di sonno alla guida. Intorno alle 18 di ieri l’equipe di medici che l’ha presa in cura ha riprodotto i brani dei vincitori dell’ultimo Eurovision Song Contest e la ragazza ha iniziato a dare cenni di miglioramento.

La profuga ucraina che si sveglia dal coma ascoltando una canzone dei Maneskin

“Era in coma neurovegetativo, le è stata ridotta progressivamente la sedazione, ma continuava a non rispondere e a non svegliarsi”. Ascoltando la musica “Ha eseguito un movimento in risposta a un comando verbale – spiega il dottor Beatrici, nelle parole riportate da La Stampa – e per lei è come essersi svegliata su Marte. Non parla italiano, così è intervenuto un volontario ucraino al primo anno di fisioterapia. Ora per Anna inizierà un percorso di riabilitazione seguita non solo dai medici, ma anche dai mediatori culturali e dagli psicologi”. Parlando con AdnKronos Beatrici ha confermato: “Credo si possa parlare di un ritorno allo stato di vigilanza della giovane”. Il resto della sua famiglia è ospite di Casa Giglio, struttura nata inizialmente per assistere le famiglie dei bambini ricoverati negli ospedali di Torino che però dall’inizio della guerra ha dato disponibilità ad accogliere anche profughi ucraini.

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