Radio Studio 54 sequestrata perché incita all’odio razziale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-20

L’ordinanza è stata notificata ieri mattina. I carabinieri della compagnia di Scandicci, agli ordini del maggiore Gianfranco Cannarile, hanno messo i sigilli al trasmettitore che permette di agganciare la frequenza assegnata, bloccando di fatto le comunicazioni

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Il tribunale del riesame ha messo sotto sequestro Radio Studio 54, l’emittente radiofonica con sede a Scandicci del dj Guido Gheri, per la quale erano già scattati i sigilli nel 2012. Diffamazione e istigazione all’odio razziale i reati ipotizzati dai magistrati. Secondo le accuse, la trasmissione “Voce al popolo” sarebbe diventata per Gheri lo strumento per vendicarsi di un ex ospite del programma e del suo ex avvocato, bersagliati sistematicamente con offese gratuite e volgari, e soprattutto per “diffondere idee fondate sull’odio razziale”. Scrivono i giudici: “In tutte le trasmissione attenzionate fa riferimento agli stranieri non come soggetti ben individuati, ma come appartenenti ad una etnia, con ciò inducendo negli ascoltatori il pregiudizio che tutti gli stranieri siano stupratori e ladri”.

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Spiega Luca Serranò su Repubblica Firenze che l’ordinanza è stata notificata ieri mattina. I carabinieri della compagnia di Scandicci, agli ordini del maggiore Gianfranco Cannarile, hanno messo i sigilli al trasmettitore che permette di agganciare la frequenza assegnata, bloccando di fatto le comunicazioni:

Durissime le accuse che hanno portato al sequestro, sia riguardo la presunta diffamazione che per le campagne anti stranieri: “linguaggio scurrile e squallido unicamente fondato sul risentimento personale — scrivono i giudici — in tal modo ledendo la sfera privata e pubblica dei soggetti presi di mira”. E ancora: “in tutte le trasmissioni attenzionate fa riferimento agli stranieri non come soggetti ben individuati, ma come appartenenti ad una etnia, con ciò inducendo negli ascoltatori il pregiudizio che tutti gli stranieri siano stupratori e ladri”.

Il riesame cita anche la condotta seguita alla conclusione dei processi penali e civili. Il pignoramento di tre proprietà (compresa la sede operativa della radio) seguite all’azione legale di una delle vittime, sarebbe stato ostacolato da Gheri con ogni strumento a disposizione, non facendosi trovare in casa oppure organizzando “un nutrito gruppetto di sostenitori che ingiuriavano o minacciavano l’ufficiale giudiziario”. Motivo per cui, concludono i giudici, “solo il sequestro impedirà di reiterare condotte analoghe”.

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