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Mattarella supera i 380 voti al settimo scrutinio: la strada è spianata per il bis
neXtQuotidiano 29/01/2022
I leader, sfibrati e indeboliti, vedono nel capo dello Stato l’unica ancora di salvezza. Il centrodestra, sempre più spaccato, è alla resa dei conti, con Meloni sul piede di guerra.
Tutti quelli che volevano fare i kingmaker, attestandosi la scelta del prossimo presidente della Repubblica, hanno dovuto mestamente abdicare. Salvini ha bruciato una dozzina di nomi, esponendo anche importanti figure istituzionali come la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e quella del Dis, Elisabetta Belloni.
In generale i leader di partito hanno dimostrato, come mai prima d’ora, di non controllare le proprie truppe. Non sono, quindi, riuscite spallate del centrodestra e il Partito Democratico ha dovuto giocare in difesa, cercando di limitare i danni. Nel Movimento 5 Stelle si è consumato il duello, probabilmente, finale tra Luigi Di Maio, leader de facto, e Giuseppe Conte, generale senza esercito.
Quirinale 2022, dopo la settima votazione sempre più verso il Mattarella bis
In questo scenario, il settimo scrutinio è l’ennesimo che non porta all’elezione del nuovo presidente, ma è anche l’ultimo. I capo partito, infatti, preso atto delle condizioni di debolezza si sono arresi all’idea di convergere sul Mattarella bis, che gli garantisce il paracadute più onorevole. Su questa linea sono ormai tutti i partiti dell’attuale maggioranza di governo. Soltanto Giorgia Meloni ha espresso contrarietà all’ipotesi del secondo mandato.
E questo schema è emerso chiaramente anche nel settimo scrutinio, a cui molti grandi elettori non hanno partecipato, in attesa che l’accordo dei capi sul nome di Mattarella prendesse corpo. Quelli che hanno votato, però, hanno indicato in maniera decisa quale sia il percorso già delineato. Il numero delle schede bianche, infatti, è sensibilmente calato a quota 60 e le preferenze per il capo dello Stato si sono ulteriormente gonfiate arrivando a 387.
Il segnale più evidente che emerge sempre più chiaramente è che il centrodestra non esiste più. Già nella serata di ieri si erano aperte le crepe, dopo che Salvini aveva provato a forzare la mano con il nome di Belloni. Oggi, con Fratelli d’Italia sul piede di guerra e che ha votato Nordio in aperto dissenso, la frattura non sembra più sanabile. Lo stesso senatore Ignazio La Russa ha suonato il de profundis, ai microfoni della Maratona Mentana: “Quale centrodestra?”, ha risposto a una domanda che chiedeva conto dell’unità della coalizione.