Attualità
La possibile ripartenza dal 18 maggio per parrucchieri e ristoranti
neXtQuotidiano 01/05/2020
Niente giugno ma prima, forse già dal 18 maggio: si parla di ristoranti, parrucchieri, estetisti e bar, che vanno di pari passo con la possibilità di riapertura differenziata nelle regioni a partire dal 18 maggio.
C’è uno spiraglio per la riapertura di alcune attività finora differite informalmente a giugno ma soltanto in alcune ragioni. Si parla di ristoranti, parrucchieri, estetisti e bar, che vanno di pari passo con la possibilità di riapertura differenziata nelle regioni a partire dal 18 maggio.
La possibile ripartenza dal 18 maggio per parrucchieri e ristoranti
Spiega oggi Repubblica che se i risultati della riapertura dal 4 maggio saranno positivi (ovvero se il Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 non riprenderanno un’impetuosa circolazioni, ci sono buone probabilità che arrivi il via libera anche per queste attività, considerate all’inizio troppo a rischio:
Sarà la settimana dal 4 all’11 maggio quella decisiva per capire se l’Italia è davvero entrata nella Fase 2 — potrà cioè riaprire, almeno nei territori a basso contagio, le attività ancora vietate — oppure sarà costretta a premere di nuovo sul freno per un’impennata dei contagi (come gli scienziati temono). Cinque milioni di tamponi, un ospedale Covid ogni milione di abitanti e 150 mila test sierologici è il piano nazionale del governo. Ma per le Regioni tutto dipenderà dall’esito del monitoraggio che inizierà lunedì. Se a distanza di una settimana il fattore R0 sarà sotto controllo, sarà possibile progettare una ripartenza differenziata già dal 18 maggio.
Nelle zone meno colpite dall’epidemia, potrebbero riprendere parrucchieri, estetisti, bar e ristoranti, attività per le quali era stata indicata informalmente la data del primo giugno. Le Regioni però devono avere i requisiti richiesti dal ministero della Salute: l’indice di contagio, i posti nelle terapie intensive, la capacità di monitorare l’andamento del coronavirus. Se dovessero ripresentarsi nuovi focolai, il governo potrà imporre chiusure e zone rosse. Lo spiraglio è stato annunciato ieri dal ministro Francesco Boccia nell’ultimo incontro con i governatori con i quali sembra di nuovo scoppiata la pace. «Il 95% delle ordinanze regionali sono conformi al Dpcm e solo il 5 % presentano aspetti che saranno sottoposti a ulteriore verifica», ha spiegato Boccia.
Intanto, spiega oggi il Messaggero, a Roma si pensa anche ai negozi di abbigliamento e al problema di provarsi gli abiti, che pare essere stato risolto positivamente:
Nei negozi di abbigliamento sarà consentito provarsi gli abiti. Che non dovrebbero essere sanificati dopo essere stati indossati e non comprati. I ristoranti,invece,non monteranno le barriere in plexiglass tra i diversi coperti di uno stesso tavolo. Detto questo, si mangerà a “scacchiera”, seduti a distanza di almeno un metro,con i tavolini lontani tra loro. Mentre dal parrucchiere si andrà uno alla volta. Ma chi taglia e acconcia i capelli dovrà indossare una mascherina integrale, simile a quella che usano i medici nelle terapie intensive o i farmacisti.
Dopo la pubblicazione dell’ultimo Dpcm, con in allegato il protocollo firmato da aziende e sindacati, si delineano le prescrizioni per le riaperture dei negozi nella fase 2. Uno schema che facilita anche il lavoro della Regione, la quale con quattro tra epidemiologi ed esperti di medicina del lavoro (dello Spallanzani, del Gemelli, del Campus biomedico e dell’Inail) sta scrivendo tutte le disposizioni igienico-sanitarie per le attività imprenditoriali. Infatti, gli uffici di via Cristoforo Colombo non dovrebbero emettere nuove ordinanze, ma delle indicazioni, delle linee guida in grado di chiarire le regole imposte dal governo nazionale.