Fatti
Quali saranno le misteriose “fonti russe” di Francesca Totolo sull’acciaieria Azovstal di Mariupol?
neXtQuotidiano 14/04/2022
Perché si sa: in Russia c’è grande libertà e le “fonti” sono certificate…
Il Cremlino fa propaganda attraverso gli unici mezzi di informazione permessi in Russia (tutti gli altri sono stati costretti alla chiusura) che, dall’inizio della guerra in Ucraina ancor di più, si limitano a fare da megafono alle narrazioni di Mosca su qualsiasi cosa accada nel Mondo. Le fonti russe, di fatto, non esistono in quanto vincolate da leggi che non permettono di raccontare una realtà differente dalla vulgata ufficiale. Eppure c’è chi continua a prenderle per buone e a condividerle sui social. Come nel caso di Francesca Totolo de “Il Primato Nazionale” che ha deciso di offrire al suo pubblico una versione russa sui combattimenti intorno e all’interno dell’acciaieria Azovstal di Mariupol.
Acciaieria Azovstal e le misteriose “fonti russe” di Francesca Totolo
La scrittrice e collaboratrice del giornale di CasaPound (no, non è una giornalista iscritta all’ordine dei giornalisti) ha deciso di condividere questa informazione, con tanto di “strillo” in maiuscoletto, su una delle situazione più calde del fronte meridionale ucraino:
“Fonti russe riportano che sotto all’acciaierie Azovstal di Mariupol ci sia una base segreta della Nato. Al suo interno un bio laboratorio e un nutrito contingente Nato”.
Fonti russe. Potremmo fermarci qui. Perché il Cremlino, fin dalla vigilia dell’attacco militare all’Ucraina, ha iniziato a diffondere una marea di fake news per giustificare l’invasione e la guerra. Ma i media russi non hanno potuto raccontare la realtà dei fatti, perché Mosca – dopo le minacce – li ha costretti a chiudere. Le fonti russe, dunque, non esistono e non possono esistere dato che sono gli uffici militari e lo staff che circonda Vladimir Putin a decidere come e in che direzione far sventolare la bandiera della propaganda russa.
E la narrazione “offerta” al suo pubblico da Francesca Totolo è stata ripresa anche da altri utenti e da alcuni siti online. Facendo una rapida ricerca su Google, si scopre che chi ha trattato il caso delle “fonti russe” (a parte Bufale.net che ne ha parlato per debunkare la “notizia”) fa parte di quella galassia che ha realizzato portali online per diffondere bufale sui vaccini e sulla pandemia. Per questo motivo, il caso delle “fonti russe” si può sintetizzare con la battuta del Presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta.
Ma “fonti russe” è tipo #miocuggino news?
— Nino Cartabellotta (@Cartabellotta) April 13, 2022
Perché, al momento, le “fonti russe” hanno la stessa attendibilità di quei parenti infiniti utilizzati sui social dai no vax per raccontare storie di malori (mai avvenuti) a cugini, fratelli, zii, parenti di secondo e terzo grado. Ovviamente dopo un vaccino mai avvenuto.