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Lo stato di emergenza può essere prorogato anche dopo il 31 gennaio 2022?

neXtQuotidiano 01/11/2021

La scadenza è prevista per il 31 dicembre, ma le parole del Ministro Speranza spiegano perché la proroga potrebbe non essere un’ipotesi peregrina. E ci sono anche modi per superare il limite massimo dei 24 mesi

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La scadenza, come previsto dall’ultimo decreto di settembre, è prevista per il 31 dicembre. Poi si vedrà. L’ipotesi di una proroga dello stato di emergenza in Italia non è così peregrina. Lo ha ribadito Roberto Speranza, spiegando che ogni decisione sarà presa agli sgoccioli dell’anno in corso in base ai dati epidemiologici. Le norme attuali, però, prevedono un “rinnovo” massimo per 24 mesi (quindi dopo il 31 gennaio del 2022 non si potrebbe più), ma ci sono dei precedenti che danno ragione alle parole del Ministro della Salute. Partiamo dalle sue ultime dichiarazioni.

Proroga stato di emergenza, cosa può accadere dopo il 31 gennaio 2022

“Sono scelte che abbiamo deciso di fare nella fase immediatamente precedente alla scadenza – ha spiegato Roberto Speranza in collegamento con ‘Mezz’ora in più’, la trasmissione in onda la domenica su RaiTre e condotta da Lucia Annunziata -. Ci baseremo sull’evidenza scientifica, se sarà necessario ancora avere l’impianto legislativo e di intervento dello stato di emergenza, lo decideremo nei giorni precedenti alla scadenza e non avremo alcun timore a prorogarlo”.

Il comma 3 dell’articolo 24 del Decreto Legislativo n.1 del 2 gennaio 2018 – il cosiddetto “Codice della Protezione civile” – sembra dare un’indicazione ben differente rispetto a quanto dichiarato dal Ministro della Salute in collegamento con Lucia Annunziata. Il testo, oltre a spiegare nei suoi commi precedenti, le modalità per la “dichiarazione” di stato di emergenza, fissa anche dei paletti ben definiti per la proroga:

“La durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi”.

E il comma 6 dello stesso articolo spiega cosa succede alla scadenza dello stato di emergenza:

“Alla scadenza dello stato di emergenza, le amministrazioni e gli enti ordinariamente competenti, subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi, nei procedimenti giurisdizionali pendenti”.

Questo significa che dopo il 31 dicembre (se non sarà prorogato) nelle mani delle Regioni e delle amministrazioni comunali rientreranno tutti quei poteri “sospesi” per cui erano stati commissariati dal governo centrale.

Riavvolgendo il nastro delle decisioni politiche durante questa pandemia, appare evidente un vulnus. Lo stato di emergenza è stato promulgato, per la prima volta, il 31 gennaio del 2020 dal governo Conte. Poi ci sono stati altri decreti che lo hanno prorogato e l’ultimo ha portato la scadenza al 31 dicembre di quest’anno. I conti, dunque, sembrano essere piuttosto facili: secondo quanto scritto nel “Codice della Protezione Civile”, la proroga stato di emergenza potrebbe avvenire solo fino al 31 gennaio del 2022. Cioè 12 mesi più altri 12 mesi, come previsto della legge.

Ma si può andare oltre?

Potrebbe. Abbiamo utilizzato il condizionale, nonostante la legge dovrebbe dare una certezza. Il motivo è molto semplice e alcuni precedenti storici (più o meno recenti) indicano l’ipotesi di una proroga stato di emergenza anche oltre i limiti come un’idea legittima. Prendiamo, per esempio, due casi citati anche dal quotidiano Il Messaggero: il terremoti in Emilia (nel 2012) e nel Centro Italia (nel 2016). All’epoca non era ancora entrato in vigore il nuovo codice (riformato) della Protezione Civile, ma si era deciso di andare in là con le rispettive proroghe dello stato di emergenza: otto anni, nel primo caso, e quattro anni nel secondo. E il governo potrebbe fare sponda su questi precedenti per portare avanti questa ipotesi e superare il paletto temporale del 31 gennaio del 2022. Per farlo potrebbe fare riferimento alla situazione mutata (e imperscrutabile) a causa delle varianti Covid che rende necessario mantenere alcuni strumenti legislativi attivi. Quindi si potrebbe procedere non proprio con una proroga, ma con una nuova dichiarazione che darebbe il via alla possibilità – ovviamente sempre in base alla situazione epidemiologica – di ripartire da zero, con un lasso temporale esteso per altri 12+12 mesi.

(foto e video da “Mezz’ora in Più”, RaiTre)

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