La storia della professoressa positiva non vaccinata che manda in dad trecento studenti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-24

Una professoressa non vaccinata dell’istituto secondario Farini di Bologna ha contagiato una decina di persone causando la sospensione delle attività in presenza per dodici classi

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Circa trecento alunni, divisi in dodici delle ventidue classi della scuola secondaria di secondo grado Farini di Bologna, saranno costretti alla didattica a distanza per via di un focolaio che – secondo quanto riporta il Corriere di Bologna – sarebbe partito da una professoressa non vaccinata. La donna, regolarmente in cattedra con green pass valido ottenuto tramite tampone, avrebbe contagiato circa dieci persone, per fortuna senza che nessuna di queste sviluppasse sintomi gravi della malattia. Alle preoccupazioni di colleghi e studenti, che rischiano ora di portare il Covid nelle proprie case, si aggiungono i disagi per i giorni di scuola persi e il lavoro da riorganizzare a distanza.

Per i contatti stretti è prevista una settimana di quarantena obbligatoria, al termine della quale – se il tampone risulterà negativo – potranno tornare tra i banchi. Delle dodici classi coinvolte, otto sono in sospensione dell’attività didattica e aspettano l’esito del tampone per capire se dovranno mettersi in isolamento o rientrare in aula. Le altre quattro, poste direttamente in quarantena, sono quelle in cui la professoressa insegna: dopo la sua positività è partito lo screening, che ha individuato altri casi di Covid, portando alla decisione di mettere i giovani a casa in isolamento. Le prime persone alle quali l’insegnante non vaccinata avrebbe trasmesso il virus sarebbero però due colleghe, entrambe immunizzate con doppia dose: da qui il coinvolgimento delle altre otto classi ora in attesa.

Scuola e Ausl monitorano la situazione, che al momento sarebbe “sotto controllo”. Dei 300 ragazzi costretti a casa, “un centinaio è in quarantena, i vaccinati potranno rientrare presto se il loro tampone risulterà negativo”, spiega la dirigente scolastica Filomena Massaro, dal primo momento in prima linea sui test salivari alle primarie per l’adozione dei quali ha aderito al protocollo. “Se fosse capitato l’anno scorso senza vaccini – ha aggiunto – sarebbe stato molto peggio”.

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