La prof di Benevento arrestata con l’accusa di violenza sessuale aggravata su un alunno di 12 anni

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-09

Le indagini sono partite lo scorso marzo a seguito della denuncia del dirigente scolastico e della successiva querela sporta dai genitori della vittima

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Una professoressa di una scuola media della provincia di Benevento è stata arrestata con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di un suo alunno di appena 12 anni. Le indagini sono partite lo scorso marzo a seguito della denuncia del dirigente scolastico e della successiva querela sporta dai genitori della vittima e hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari ai danni dell’insegnante. Stando a quanto emerso, la donna avrebbe approfittato della sua posizione di autorità e dell’inferiorità fisica del 12enne per indurlo a compiere e a subire atti sessuali.

Violenza sessuale aggravata su un alunno di 12 anni: prof agli arresti domiciliari. Gli abusi si consumavano anche in chat con audio e video

I Carabinieri della stazione di Arpaia (Benevento) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’insegnante, emessa dal gip di Benevento su richiesta della Procura, che ha definito l’opera di persuasione della prof “sottile e subdola”, tutta basata sulla costruzione con l’alunno 12enne di un rapporto di “predilezione” in classe e di un intenso scambio di messaggi su Whatsapp, con audio e video dall’esplicito contenuto sessuale. Gli atti sessuali tra la prof e l’alunno si sarebbero quindi consumati sia in classe, sia in chat, con uno scambio continuo di messaggi che spesso e volentieri andava avanti fino a tarda notte.

Il gip ha quindi accolto la richiesta della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa della Procura di Benevento, con il divieto per l’insegnante di qualsiasi forma di comunicazione con i minori, compresa quella con telefono cellulare, internet o social network. L’applicazione di tale misura è stata ritenuta la più idonea in quanto l’indagata “è apparsa non in grado di autoregolare i propri impulsi sessuali e la sola sospensione del rapporto lavorativo, cautelativamente applicata nella sede disciplinare, non è apparsa sufficiente a prevenire il rischio di contatti personali e telematici con minori”.

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