Attualità
«La procura indaga sulle nomine della Giunta Raggi»
neXtQuotidiano 18/11/2016
La procura di Roma tiene nel mirino la sindaca Virginia Raggi e il suo «raggio magico». Lo stesso fa la Corte dei conti. Tutto nasce dall’esposto presentato i primi di settembre dall’ex capo di gabinetto del Comune, il magistrato Carla Raineri
Tutto nasce dall’esposto presentato da Carla Raineri all’epoca del suo addio. La procura di Roma e la Corte dei Conti, scrive oggi Il Giornale in un articolo a firma di Anna Maria Greco (che già aveva parlato in altre occasioni della storia), sta valutando con molta attenzione l’esposto presentato i primi di settembre dall’ex capo di gabinetto del Comune, il magistrato Raineri. Dopo essersene andata sbattendo la porta, per i rilievi dell’Anac sulla sua nomina, seguita a ruota da 4 dei più importanti «tecnici» dell’amministrazione, è andata a bussare alla porta del capo della procura Giuseppe Pignatone. La novità che racconta il quotidiano è che la procura ha già ascoltato Alessandro Solidoro, che il primo settembre ha lasciato il suo posto di amministratore unico dell’Ama e Marcello Minenna, superassessore al Bilancio e alla Partecipate, anche lui dimissionario, insieme al direttore generale di Atac Marco Rettighieri e all’amministratore delegato Armando Brandolese.
«La procura indaga sulle nomine della Giunta Raggi»
Racconta il quotidiano che tutto nasce da quei giorni in cui scoppia la grana delle cinque dimissioni a catena scatenate da quelle della Raineri, che la sindaca, con un post nel cuore della notte, cercò invece di spacciare per una sua iniziativa. Ma la bugia durò lo spazio di un mattino, quando arrivò la conferma dell’addio di Minenna e a ruota quello di Solidoro.
Hanno abbandonato tutti insieme la Raggi i 5 tecnici, che avrebbero dovuto essere il trust di cervelli in grado di sostenere la giovane grillina, in continuità con la gestione del commissario straordinario Francesco
Paolo Tronca. E ora probabilmente rappresentano i grandi accusatori della sindaca di fronte ai pm. Che stanno valutando le ipotesi di reato e potrebbero averla già iscritta nel registro degli indagati. La Raineri ha gettato il primo sasso, ed è la più informata di tutti sulle manovre del «raggio magico»,a cominciare dalle nomine di Raffaele Marra, il vice capo di gabinetto diventato capo del Personale malgrado pare non avesse i titoli e di Romeo.
Ambedue, malgrado le polemiche, sono sempre rimasti in sella, ma potrebbero rappresentare il tallone d’Achille dellaRaggi. Non si sa che abbiano raccontato Solidoro e Minenna ai pm. Certo,il superassessore non ha potuto adottare la linea sorprendentemente cauta mostrata nella sua unica apparizione in tv su La7, di fronte alle insistenti domande di Lilli Gruber sui «peccati» della sindaca e dei suoi. Probabilmente gli inquirenti sentiranno anche Rettighieri e Brandolese, se non l’hanno già fatto.
Della stessa storia parlò il 4 ottobre scorso il Messaggero, anche se la procura aveva smentito la circostanza. La Raggi aveva chiesto il parere alla fine di agosto: la prima a finire sul taccuino dell’anticorruzione fu l’ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri, giubilata dopo l’arrivo del responso dell’ANAC con l’innesco della crisi di giunta che portò anche all’addio di Marcello Minenna. Il 7 settembre arriva il secondo documento dell’ANAC che analizzava la questione degli articoli 90 trattati con stipendi dirigenziali: tra questi c’è Salvatore Romeo. La risposta viene però protocollata soltanto ad ottobre.
L’altro esposto di Fratelli d’Italia
Si parla quindi dell’esposto di Fratelli d’Italia (consultabile qui) in cui si contestavano le nomine di Daniela Raineri, Raffaele Marra e Salvatore Romeo. L’esposto aveva portato all’apertura di un fascicolo: nella denuncia si sosteneva che «l’amministrazione capitolina, nella deliberazione 14/2016», sarebbe «incorsa nel vizio di legittimità in violazione» di alcune decreti legislativi e del «Regolamento sull’ordinamento degli Uffici e servizi dell’Ente». Nei pareri, racconta la Greco, le posizioni erano diversificate. In quello di Police si spiegava che l’interpretazione letterale dell’articolo 90 comma 1 TUEL è ostativa ad un’assunzione come quella di Romeo.
Il secondo parere, quello dell’Anac, risponde ad un quesito che sembra coniato ad hoc per salvare Romeo, sulla base di un regolamento del Comune di Firenze citato come precedente di una procedura analoga. Ma Cantone, pur in termini molto difficili da decifrare e quasi elusivi, afferma la «necessità» di un«regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi» per consentire l’applicazione dell’articolo 90 del Tuel all’assunzione di personale già dipendente dal Comune tra i collaboratori dello staff del sindaco. E, visto che Roma Capitale quella norma non ce l’ha, se ne deduce che la nomina di Romeo come fosse un esterno dall’amministrazione è illegittima.
La Raggi pubblicò il parere ANAC sulla Raineri poche ore dopo l’arrivo, mentre non protocollò nemmeno quello su Romeo.