Fatti

La ragazza vittima di Alberto Genovese “invalida al 40% e non può tornare a fare la modella”

neXtQuotidiano 01/06/2022

Il legale di una delle ragazze che ha partecipato ai festini del manager Alberto Genovese: “È invalida permanente al 40%, ha problemi fisici e psicologici e non può più fare la modella, il lavoro che faceva”

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Sulla vicenda di Alberto Genovese, ex manager imputato per due violenze sessuali, ci sarà un processo con rito abbreviato – che prevede uno sconto della pena pari a un terzo – condizionato a una consulenza psicologica richiesta dai suoi avvocati difensori e dall’acquisizione delle prove nel fascicolo del pm. Secondo quanto riferito di fronte ai magistrati dall’avvocato Luigi Liguori, che difende una delle presunte vittime, la sua assistita (che all’epoca dei fatti, nell’ottobre 2020, aveva18 anni) “è invalida permanente al 40%, ha problemi fisici e psicologici e non può più fare la modella, il lavoro che faceva”. Un milione e mezzo di euro i danni calcolati, a fronte di un’offerta di Genovese presentata nel corso della scorsa udienza, 130mila euro come risarcimento (e 25mila euro all’altra ragazza), rifiutata dalle parti civili.

Una delle vittime di Alberto Genovese “è invalida al 40% e non può tornare a fare la modella”

Liguori ha detto di ritenere che per il caso “sono state svolte attività di indagini complete” e ha ribadito che in seguito alle presunte molestie la sua assistita ha dovuto rinunciare “ai lavori, ai contratti che non poteva più svolgere date le sue condizioni”. Intanto la consulenza depositata dai legali di Genovese evidenzierebbe una intossicazione cronica da stupefacenti e un deficit psicologico, fattori che avrebbero inficiato la sua capacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Nel documento firmato dai professori Pietrini e Sartori si legge che la “capacità di intendere e di volere” di Genovese era “al momento dei fatti, quantomeno grandemente scemata”, perché “l’alterazione cognitiva dovuta all’abuso” di sostanze gli ha “impedito” di “discernere” il consenso iniziale dato dalla ragazza “nel voler avere rapporti sessuali in quelle condizioni e assumere ketamina e il successivo venir meno del consenso. L’imputato è al momento in cura presso una comunità, nel corso della prossima udienza – prevista per il 27 giugno – si farà interrogare in aula. La sentenza è prevista per il 19 settembre.

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