Opinioni
Una precisazione sulla «editoria a pagamento»
Chiara Lalli 18/12/2014
DeComporre si dissocia dalle richieste editoriali di Ivan Pozzoni
Un paio di mesi avevo scritto di un invito a pubblicare a pagamento («Ti interessa collaborare con saggi, poesie o racconti?». Paga! La ricetta per configgere la crisi dell’editoria? Passare all’equo/solidale): «Qualche mese fa mi arriva una mail da uno sconosciuto: «Ho sette progetti aperti (volumi collettanei) con l’editore deComporre Edizioni» scrive. Segue l’elenco così composto: area disciplinare, titolo, a cura di (sconosciuto che manda la mail), data di consegna e prezzo/3 copie. Che vuol dire 85 euro (o 60 o quello che è) per 3 copie? […] Cioè: paghi per essere pubblicato!».
Da deComporre arriva questa precisazione: «Il sig. Pozzoni non fa parte né ha mai fatto parte del direttivo dell’Associazione Culturale deComporre. Ha soltanto curato, per un periodo, a titolo gratuito e per amicizia, la collana Fuzzy che attualmente è praticamente chiusa. Ha curato poi alcune antologie per la collana Puzzle. Nemmeno questi progetti, però, sono attualmente in itinere. Di comune accordo il sig. Pozzoni ha quindi lasciato ogni tipo di rapporto con l’Associazione culturale deComporre e con deComporre Edizioni che ne è diretta derivazione. Ci dissociamo pertanto da ogni eventuale e-mail o articolo che leghi ancora il nome di deComporre a quello del sig. Pozzoni o di suoi progetti».