La storia della lista civetta “Povero Gabbiano” per le elezioni a Vietri di Potenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-06-10

L’omaggio all’ormai celebre brano di Gianni Celeste e l’escamotage per validare il voto

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Sembra la Fiera dell’Est cantata da Angelo Branduardi: prima la (lista) civetta, poi la lista (povero) gabbiano. Accade a Vietri di Potenza, un piccolo Comune della Basilicata che il prossimo 12 giugno sarà chiamato alla scelta della nuova amministrazione locale. Il risultato del voto, però, sembra essere scontato: dovrebbe arrivare, infatti, la riconferma di Christian Giordano nel ruolo di primo cittadino. Perché questa sicurezza? Perché oltre alla sua lista, non si è presentato nessun altro contendente. L’unico (non) ostacolo è rappresentato da una lista satellite chiamata “Povero Gabbiano insieme”, con tanto di citazione di un verso del vecchio brano di Gianni Celeste che fino a qualche settimana fa impazzava sui social.

Povero Gabbiano, la lista civetta alle elezioni amministrative di Vietri di Potenza

Il simbolo scelto è quello, ovviamente, di un gabbiano stilizzato. Ma il valore di quella lista – che supporta quella civica a sostegno dell’unico vero candidato sindaco (a caccia del sicuro secondo mandato a Vietri di Potenza) – è solamente nominale. La cittadina lucana, infatti, ha meno di 3mila abitanti e con la presentazione di un’unica lista iscritta al collegio elettorale si sarebbe rischiato il commissariamento qualora non fosse stato raggiunto il quorum del 50%+1 di votanti. Con l’escamotage della lista civetta, dunque, si bypassa questo problema procedurale.

D’altronde a Vietri di Potenza nessuna altra lista, nessun partito o movimento, ha deciso di scendere in campo per provare a evitare il secondo mandato consecutivo per Christian Giordano. E alle scorse elezioni (era il 2017) quella soglia fu sfiorata: alle urne, nei tre seggi presenti in città, si presentò solamente il 52,3% degli aventi diritto. E, all’epoca, le liste votabili erano due, di due schieramenti differenti. Questa volta, con un unico candidato – de facto – l’ipotesi di non raggiungere quella quota per validare il risultato elettorale era altamente probabile. Prima dell’intervento del “Povero Gabbiano” che (non) ha perduto al campagna (elettorale).

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