Perché la polizia vuole scioperare contro Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-05

I tagli a mezzi e risorse. E la minaccia di riforma delle cinque forze dell’ordine. Mentre il parco auto è fatiscente e i sindacati autonomi soffiano sul fuoco di un malcontento reale e giustificato

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Matteo Renzi ha inventato un nuovo metodo di concertazione: le riforme per ripicca. Ieri, dopo aver saputo delle minacce di sciopero da parte della polizia, ha infatti subito risposto che:

«Siamo l’unico Paese che ha cinque forze di polizia», ci tiene asottolineare. Troppe, ragiona il premier con i suoi. E non la pensa così da adesso.«Cinque corpi di polizia», ripete ancora il presidente del Consiglio, rivolto ai collaboratori che lo hanno seguito nella sua trasferta gallese.

Ora, che cinque forze di polizia siano troppe è un dato di fatto. Ma che Renzi, invece di ridurle per decreto, se ne ricordi soltanto in forma di pistola da mettere sul tavolo quando loro minacciano lo sciopero è roba da bambini dell’asilo.
PERCHÉ LA POLIZIA SCIOPERA CONTRO RENZI
A parte quello che argomenta l’inquilino di Palazzo Chigi, però, le motivazioni per uno sciopero ci sono. Spiega oggi il Corriere della Sera:

Il comunicato diramato ieri pomeriggio dai sindacati della polizia,della penitenziaria, del corpo forestale, dai vigili del fuoco e dai Cocer di Esercito,Marina, Aeronautica, carabinieri e Guardia di Finanza usa toni durissimi. E ben evidenzia quale sarà il livello di scontro. «Quando abbiamo scelto di servire il Paese,per garantire difesa, sicurezza e soccorso pubblico —denunciano le rappresentanze di base — eravamo consci di aver intrapreso una missione votata alla totale dedizione alla patria e ai suoi cittadini con condizioni difficili per mancanza di mezzi e di risorse. Quello che certamente non credevamo è che chi è stato onorato dal popolo italiano a rappresentare le istituzioni democratiche ai massimi livelli, non avesse nemmeno la riconoscenza per coloro che, per poco più di 1.300 euro al mese, sono pronti a sacrificare la propria vita per il Paese».

Il quotidiano pubblica anche un’infografica con i dati dei sindacati della polizia:
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Su Repubblica si parla anche degli straordinari:

«Ci fanno fare migliaia di ore di straordinari — sostiene Filippo Girella, dell’Ugl — ma lo straordinario ci viene riconosciuto la metà di quanto guadagna una colf, 7 euro e 50 centesimi. Siamo costretti a subire situazioni impietose,come il poliziotto che dopo l’operazione Mare Nostrum è stato trovato positivo alla Tbc.Dobbiamo gestire il fenomeno degli immigrati senza presidi sanitari adeguati per proteggerci da eventuali contagi. Di fatto siamodiventati mano d’opera abasso costo per garantire un minimodi presidio del territorio.Ma non è questa la nostra mansione di forze dell’ordine»

LE RISORSE CHE MANCANO
E non c’è solo questo. Le risorse per la manutenzione delle auto di servizio diminuiscono di anno in anno, così come i famosi soldi per la benzina, che tante polemiche hanno creato negli ultimi tempi: circa un quarto delle vetture a disposizione delle forze di sicurezza sono ferme ai box, e non perché non servano. Anche perché spesso hanno gomme lise e difetti generati dall’usura, visto che il parco auto è rimasto identico da un decennio. L’ultimo contratto di categoria è stato firmato nel 2009, gli aumenti salariali sono bloccati così come gli scatti, ovvero gli automatismi. E questo porta a molti paradossi retributivi, come il fatto che spesso i collaboratori dei questori guadagnano più di loro. Libero titolava così stamattina:
polizia sciopero libero
 
E di certo l’aggressività mostrata negli ultimi tempi dai sindacati autonomi, non ultima la ridicola polemica sulla tubercolosi, sono lo specchio di un nervosismo antico. Marco Palombi sul Fatto invece calcola quanto hanno perso finora a causa del blocco del 2010:

Se si prendono gli stipendi tabellari medi (al netto, cioè, di straordinari e eventuali premi di risultato) dei dipendenti dei principali settori dello Stato si scopre che un astratto “travet-massa” guadagna 21.405 euro lordi l’anno. Secondo i dati Istat, poi, la variazione media annua dell’indice Ipca (il livello dei prezzi, simile al tasso di inflazione, su cui si calcolano gli aumenti degli stipendi pubblici) tra il 2009 e il 2014 è stato all’ingrosso dell’1,9%. Il danno inflitto agli statali è dunque facilmente calcolabile:chi guadagnava 21.405 euro nel 2009 oggi- solo per recuperare l’inflazione e cioè il potere d’acquisto – avrebbe dovuto portare a casa 23.510 euro circa. Tradotto: il blocco degli stipendi hacausato un danno da 2.110 euro allo stipendio medioa fine 2014 (ovviamente, l’anno prossimo saràancora peggio).

Anche perché secondo quanto è scritto nel DEF (che ieri il governo ha confermato), gli stipendi saranno bloccati almeno fino a tutto il 2017. Anche se due sono le scadenze decisive in materia: il Def (Documento di economia e finanza), la cui nota di aggiornamento sarà presentata il primo ottobre e dopo 15 giorni la legge di Stabilità. Solo allora saranno tracciati i confini: da quanto durerà lo stop a cosa coinvolgerà, se solo la contrattazione nazionale, ferma dal 2010, o anche quella individuale (scatti di anzianità nel comparto della sicurezza, progressioni di carriera). Quanto alla proroga dell’arresto, il ministro Marianna Madia fa capire come la soluzione più ragionevole sia estendere il blocco al 2015, confidando che passato il prossimo anno possa arriva la ripresa economica. Ecco intanto cinque infografiche sui contratti degli statali:

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