Anche da morta Sarah Weddington deve subire gli attacchi di Pillon

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-29

Commentando la morte dell’avvocatessa Sarah Weddington, che vinse una causa che diede il via alla legalizzazione dell’aborto negli Stati Uniti, il senatore della Lega Simone Pillon sembra voler dare suggerimenti a Dio

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Vincendo alla Corte Suprema nel caso Roe v. Wade negli anni ’70, di fatto portò alla legalizzazione dell’aborto negli Stati Uniti. Sarah Weddington, avvocatessa morta nel sonno due giorni fa all’età di 76 anni, si può considerare a tutti gli effetti una pioniera dei diritti civili negli Usa: aveva solo 26 anni quando presentò ai saggi il caso di ‘Jane Roe’ Norma McCorvey, che era incinta e desiderava abortire. Una battaglia nata da un’esperienza vissuta in prima persona, quando al terzo anno degli studi in legge fu tragicamente costretta ad andare in Messico per interrompere una gravidanza. Le sue conquiste sono ancora capisaldi della società americana, anche se il Mississippi ha recentemente approvato restrizioni per le interruzioni volontarie dopo la quindicesima settimana. Nell’annunciare la morte di Weddington il senatore della Lega Simone Pillon sembra quasi voler dare suggerimenti a Dio.

Pillon attacca Sarah Weddington anche da morta

“Dal 1973 ad oggi circa 60 milioni di bambini sono stati eliminati dal grembo delle loro madri”, ha scritto in un post su Facebook. “Per sua stessa ammissione – prosegue Pillon riferendosi a Weddington – quella sentenza fu frutto di una grave frode giudiziaria, in cui lei, nella sua qualità di avvocato, raccontò alla Corte che la gravidanza era frutto di uno stupro di gruppo, in realtà mai avvenuto. Disse di aver mentito ai giudici per dare più forza alle sue argomentazioni. Ora ha un giudizio ben più importante da affrontare. Il Giudice è estremamente buono e misericordioso, ma è di quelli che non si possono ingannare. Lasciamo a Lui il giudizio”.

Weddington è stata la legale più giovane della storia americana a vincere un caso davanti alla Corte Suprema ma è sempre rimasta umile: “Non c’è una persona che abbia vinto la Roe v. Wade. La sentenza è il risultato dello sforzo di tantissime donne. Io ero in prima fila ma se non ci fossi stata io ci sarebbe stata qualcun’altra”. Dopo una carriera politica da deputata si è dedicata all’università dove ha insegnato corsi sulla leadership e le discriminazioni di genere.

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